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Rime | 169 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boccaccio-Caccia e Rime-(1914).djvu{{padleft:203|3|0]]
O fuggitivo servo, ove ne vai? — .
E rider e ’l prender me e rilegarmi
E darmi a’ sua ministri[1] fu in un punto.
Il mar tranquillo, producer la terra
Fiori et erbette, el ciel queto girarsi[2],
Gli uccelli più che l’usato allegrarsi,
Quando fuori Eol zeffiro disserra[3],
Ò già veduto; se ’l veder non erra,5
Veggio le donne belle e vaghe farsi,
E le bestie ne’ boschi acompagnarsi[4],
E pace o triegua farsi d’ogni guerra;
Posarsi i buoi delle fatiche loro[5],
E bobolchi[6] e pastor sotto alcuna ombra10
Cercare il fresco e riposarsi alquanto.
Ma io, che per amor mi discoloro
E cui disio più che speranza ingombra,
Riposare non posso tanto o quanto[7].
Se io potessi lo specchio tenere
Al cui consiglio fersi le saette[8],
- ↑ Che saranno, fuor di metafora, gli occhi. Si osservi l’efficace rappresentazione di questa viva scenetta, pregevole per la felice rispondenza del reale al figurato.
- ↑ Senza tempeste o altra perturbazione.
- ↑ Di primavera. Richiama l’immagine che abbiam visto in LXII, 1-4.
- ↑ I maschi con le femmine.
- ↑ Può essere una reminiscenza dantesca (Inf., II, 3).
- ↑ «Bifolchi, agricoltori.»
- ↑ Il son. è condotto sulla stessa trama del XXXIX.
- ↑ Quelle con cui Amore passa il cuore del poeta. Per l’immagine dello specchio dietro il cui consiglio furon temprate queste saette, cfr. un’espressione analoga in CIV, 7-8.