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La caccia di Diana 17

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E cominciò del caprio a mangiare;
  Ma quella acorta tirò sì le reti,
  Che quivi preso li convenne stare.
Non li giovò perché in que’ pareti
  Mugghiasse forte, ché ’ngegnosamente50
  Ella il legò con sembianti lieti.
Alla donna gentil ne fe’ presente,
  Dicendo: — te’, più ch’altra valorosa — ,
  E quella il prese graziosamente.
Ma Berarda avea fatta nuova cosa,55
  Che con suoi bracchi ben sei spinosi
  Aveva presi e ’n grembo, paurosa
Non la pungesser, li portava chiusi.


Canto VI.

Caterina Brancazza e lla sorella
  Quasi nel luogo del monte più alto
  Giva ciascuna baldanzosa e snella,
E due tigre leggiere, che di salto
  Forte fuggivan, salendo trovaro,5
  Alle quali ess’e i can diero l’asalto.
Per lungo spatio queste seguitaro,
  Ma alla fin le presero i can loro,
  Perché in tese reti elle incapparo.
Gioconde si tornaro poi costoro,10
  Liete di preda tanto nominata
  Qual quella fu che fu presa da loro.
Isabella Scrignara e sua brigata[1],


  1. Il predicato da riferire a questo doppio soggetto è il verbo s’avicina (v. 19).
2. — Classici italiani, N. 1.

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