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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Canti (Leopardi - Donati).djvu{{padleft:242|3|0]]Volle farla nel 1835 a Napoli lo Starita, il quale stipulò col Leopardi regolare contratto[1], che qui si riproduce, perché ci par curioso documento.


Col presente foglio a doppio originale a termine delle Leggi civili.

Il Sr. conte Giacomo Leopardi di Recanati, presentemente in Napoli, domiciliato Vico del Pero N. 2 da una parte;

Ed il Sr. D. Saverio Starita di Giovanni, negoziante di libri, domiciliato Strada Quercia N. 14 dall’altra parte

Convengono de’ seguenti articoli.

1. Il Sr. conte Giacomo Leopardi concede al Sr. D. Saverio Starita l’uso delle sue opere cosí stampate, come inedite, a fine che esso Starita le pubblichi colle stampe qui in Napoli.

2. Il Sr. D. Saverio Starita acquista l’uso delle dette opere per il fine indicato. Si obbliga pagare al Sr. Leopardi ducati cinque per ogni foglio da stamparsi. Si obbliga pagare sempre anticipatamente due fogli, cioè ducati dieci in contante effettivo. Si obbliga oltre a ciò, stampato ciascun volume, consegnarne ad esso Sr. Leopardi copie cinquanta, a compimento del compenso convenuto.

3. Il sesto de’ fogli da stampare, la lunghezza ed il numero di righi, la carta e tutt’altro debbono essere conformemente al manifesto qui aggiunto e firmato da amendue le parti.

4. Il Sr. conte Leopardi ha il diritto di regolare l’edizione per quanto riguarda collocamento di materie, ed ogni altra cosa che avesse influenza su di esse materie, non che la quantitá che abbia a contenere ciascun volume. Si obbliga di rivedere le pruove, innanzi che vadano in torchio, ma gli devono essere presentate corrette di ogni errore tipografico.

5. Il Sr. Starita si obbliga di non mandare in torchio alcun foglio, senza che prima il Sr. conte Leopardi non vi abbia messo la sua firma. Ed il Sr. conte Leopardi può negarsi a mettere la sua firma, quante volte il Sr. Starita trasgredisca di adempiere a qualunque degli obblighi innanzi numerati.

6. Intanto dove mai si verificasse una qualche mancanza di questa fatta, se dopo quindici giorni non siasi accomodato, può il Sr. conte Leopardi niegar oltre l’uso delle sue opere al Sr. Starita. Mentre non succedendo

  1. Una delle due copie, e appunto quella sottoscritta dal Leopardi, che dové essere in mano dello Starita, si trova tra le carte leopardiane della famiglia in Recanati, donata da Camillo Antona Traversi al conte Giacomo. Alla cortesia del conte Ettore, attuale capo della illustre casa, debbo la facoltá di riprodurla qui; e colgo l’occasione per ringraziarlo della ospitale larghezza, con cui mi ha consentito lo studio dei manoscritti del suo grande antenato.
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