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sanguedolce 75

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— Niente. Lo avete visto: è mancato poco che mio nipote non si ammazzasse. Vuol dire... che c’è la volontà di Dio!

E portò la lieta risposta.

Da quel giorno in poi però Sanguedolce parve diventato un altro. Aveva detto al nipote:

— Non voglio mescolarmi di niente; fa’ tu, a modo tuo, disponi tu. Tu sei padrone del tuo e del mio. Da oggi in poi, per questi ultimi pochi mesi, non voglio più essere tutore. Alle faccende di campagna baderò io. Tu fa lo zitu[1].

Luciano era così felice che non si accorgeva della grande amarezza che c’era nelle parole e nel tono della voce di suo zio. Non si accorgeva dell’aria trasognata del povero vecchio, che gesticolava e borbottava senza far capire che cosa gli passasse pel capo; e pareva che cascasse dalle nuvole se qualcuno gli domandava:

— Che avete, zi’ Sanguedolce?

— Che volete che abbia? La vecchiaia che trascino.

Infatti pareva invecchiato tutt’a una volta. Prima, aveva il motto allegro, la barzelletta pronta. Duran-

  1. Zitu, fidanzato e anche sposo novello.
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