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[431-432] | Esperienza | 127 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Chi l'ha detto.djvu{{padleft:159|3|0]]da alcuni attribuita al poeta maccheronico Ant. de Arena. Cfr. Interm. des cherch. et des cur., 10 août 1904, col. 202.
La più grande delle esperienze è quella del dolore, quella che ha suggerito a Didone il bellissimo esametro:
431. Non ignara mali, miseris succurrere disco.[1]
Qui ne sait compatir aux maux qu’il a soufferts?
Malheureuse, j’appris à plaindre le malheur!
Leggasi nel Fournier (L’Ésprit des autres, pag. 360) il curioso caso successo a Delille, che reo di plagio, involontario o no, di questa ultima traduzione, in una disputa ne sostenne ingenuamente la eccellenza, dimenticando di averne fatto cosa propria.
Noi per simbolo dell’esperienza potremo prendere il dantesco:
432. Provando e riprovando.
- ↑ 431. Non ignara della sventura, ho appreso a soccorrere gli sventurati.