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274 Chi l’ha detto? [854-857]

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Chi l'ha detto.djvu{{padleft:306|3|0]] sufficit diei malitia sua»; ed è frase attribuita a Gambetta quella che Chaque jour a sa peine. E come oggi il guaio è capitato a me, domani coglie un altro, così nessuno può dirsi sicuro dall’ugna della sventura: Hodie mihi, eras tibi, come volgarmente si dice, ovvero, come dice ancora la Bibbia:

854.   Mihi heri, et tibi hodie.[1]

(Ecclesiastico, cap. XXXVIII, v. 23).

o anche, come dice Virgilio:

855.   Stat sua cuique dies.[2]

(Eneide, lib. X, v. 467).

sentenza che Macrobio nel passo più volte citato (Saturn., V, 16) dà come passata in proverbio già ai suoi tempi.

Del resto che cos’è questa vita? È una catena non interrotta di dolori, di guai, di lotte;

856.   Vivere [mi Lucili] militare est.[3]

(Seneca il giovane, Epist. XCVI, 5).

scriveva Seneca a Lucilio, e Plinio il vecchio nella Hist. Natur., prefazione al libro XVIII: Profecto enim vita vigilia est, e S. Girolamo nel trattato Adversus Pelagianos (II, 5, col. 747): Quandium enim vivimus, in certamine sumus. Anche il Voltaire nel Mahomet (a. II, sc. 7):

Ma vie est un combat

di cui Beaumarchais si fece un motto; e molti secoli prima di tutti costoro il libro di Giobbe (cap. VII, v. 1) aveva detto:

Militia est vita hominis super terram: et sic ut dies mercenarii dies ejus.

Per cui

857.                   ....Spesso è da forte
               Più che il morire il vivere.

(V. Alfieri, Oreste, a. IV. sc. 2).

  1. 854.   Ieri a me, e oggi a te.
  2. 855.   Ciascuno ha fissato il suo giorno.
  3. 856.   Vivere vuol dir combattere.
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