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4 | Chi l'ha detto? | [5-7] |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Chi l'ha detto.djvu{{padleft:36|3|0]]Vi sono pure delle frasi scherzevoli e facete; e anzi sono stato meno parco nell’ammettere queste che le altre, poichè bisognava pur alleviare la gravità della materia, e rendere il libro, di per sè così arido, di lettura un poco più facile, memore del precetto oraziano:
5. Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci,
Lectorem delectando, pariterque monendo[1]
La metafora contenuta nelle tre prime parole ha origine dall’uso che nei primi tempi della repubblica le votazioni nei comizii si facevano nel modo seguente: ogni cittadino entrando nel recinto assegnato alla sua tribù o alla sua centuria dava il voto ad un ufficiale posto all’ingresso dello steccato, e questi lo notava segnando un punto di fronte al nome del candidato cui spettava, in una tavoletta che portava i nomi di tutti i candidati; quindi la frase omne tulit punctum, significa riportò tutti i voti.
Quanto alle facezie auguro ai miei lettori di non abusare di questa pericolosa mercanzia; non dimentichino essi che:
6. Diseur de bons mots, mauvais caractère[2]
e non vogliano essere di quelli, ai quali può attribuirsi il melanconico coraggio di ripetere con Quintiliano:
7. Potius amicum quam dictum perdidi[3]
A molte di siffatte sentenze il popolo che le usa, ha dato significato ben diverso dall’originario, e perciò parecchie volte in bocca altrui udrai ripetute per celia o per ischerno frasi che i loro autori scrissero con la massima serietà. Questo del resto segue anche in altri campi; e più fiate converrà dare ad alcuna frase un’inter-