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[219-221] | Buoni e malvagi | 57 |
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219. .... Chi versa l’uman sangue, il sente
Odorar nelle mani eternamente.
Dopo l’ora mortal, tutta la vita
Non è finita!
Mi torna pure alla memoria una fiera risposta di un giusto ai suoi nemici, che solitamente è così citata:
220. Il y a loin du poignard d’un assassin à la poitrine d’un honnête homme.[1]
ed è attribuita al presidente Mathieu Molé. Questi in una sommossa di Frondisti che erano entrati tumultuando nel suo palazzo (1651), volle scendere nel cortile a udire i loro reclami. L’abate Chanvallon, poi arcivescovo di Parigi, voleva dissuaderlo dall’esporsi a questo pericolo: «Jeune homme, rispose il fiero magistrato, il y a plus loin que vous ne pensez du poignard d’un séditieux au cœur d’un honnête homme,» e scese. I tumultuanti gli si scagliarono contro con ingiurie e minaccie: ma egli, senza perdere la calma, ordinò loro di escire, altrimenti gli avrebbe fatti impiccare; ed essi uscirono intimiditi dalla sua intrepidezza (Nouv. biogr. générale par F. Didot frères, to. XXXV, col. 826). Ma questa risposta non ha alcuna autenticità. Pare che il Molé si limitasse a dire ai sollevati meno drammaticamente ma con pari coraggio: «Quand vous m’auras tué, il ne me faudra que six pieds de terre.»
Dei tristi può dirsi con Virgilio.
221. Ab uno disce omnes.[2]
ma veramente Virgilio scrisse un poco diversamente, parlando dello spergiuro Sinone, per la cui fraude il cavallo pieno d’armati entrò nelle mura di Troia: