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i primi amori | 107 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu{{padleft:135|3|0]]sappiamo, di donne del popolo. I soli suoi amori certi, dopo quello per la Cassi, furono, come vedremo, per due signore.
Dato che avesse potuto innamorarsi della Fattorini, glie ne mancò il tempo. Nel giugno del 1818, quando durava ancora, come abbiam visto, il suo amore per la Cassi, la povera Teresa era malata gravemente di tisi, tanto che di lì a tre mesi morì. Questa disgraziata condizione della fanciulla doveva ispirare al poeta ben altri pensieri che d’amore. È ben vero che nella mente di lui il pensiero dell’amore si associò presto con quello della morte: può anche darsi che dopo che Teresa fu morta, egli sognasse di averla amata; ma dei sentimenti e pensieri ch’essa gl’ispirò vivente abbiamo testimonianze sue, le quali escludono ogni idea di amore.
Per quanto Teresa fosse la figlia del cocchiere, si capisce che Giacomo difficilmente potè avere occasione di avvicinarla e di parlarle. In una casa come quella dei conti Leopardi i servitori e i loro parenti dovevano essere tenuti a rispettosa distanza dai signorini. Non fa perciò meraviglia che il poeta abbia lasciato scritto ch’egli conobbe poco la storia di Teresa. Si interessò, è vero, di lei; ma se ne interessò, scrive egli stesso, come di tutti i morti giovani, in quello aspettare la morie per sè.[1] E allora probabilmente cercò notizie e seppe che un bagno era stato cagione del male di lei; che spesso piangeva senza che, interrogata, sapesse renderne ragione: ma era chiaro, nota il poeta, che l’idea di morire così giovane (aveva la stessa età di lui) doveva essere la cagione del suo pianto. Egli nota anche altri particolari intorno alla malattia ed alla morte della giovane; questi, ad esempio, che la lunghezza della malattia generò l’indifferenza dei suoi, che mentre ella stava
- ↑ Citati Appunti e Ricordi nelle carte napoletane.