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i primi amori 109

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu{{padleft:137|3|0]]Delle donne e dei fatti che gli procuravano queste visioni si trova più d’un ricordo nelle sue carte giovanili. Nominata due volte, e più a lungo dello altre, è una Brini, della quale il Mestica raccolse lavoce che avesse un figliuolo da Giacomo. Ma la vocenon avendo alcun fondamento serio, è da rigettaresenz’altro come falsa ed assurda, e come indegnamente oltraggiosa per il poeta.[1]

So bene che Giacomo era uomo, e che egli e Carlo, in fatto di donne, facevano insieme dei discorsi molto liberi; cioè, credo che Carlo li facesse e Giacomo li stesse a sentire. Con tutto ciò l’opinione mia intorno a Giacomo rispetto alle donne è ch’egli non abbia mai osato fare a nessuna, non che altro, una dichiarazione d’amore, salvo che in sogno. Ma la vista di una donna, che fosse o gli paresse bella, bastava ad elettrizzarlo, gli innalzava l’animo, lo faceva, scrive egli stesso, capace di azioni eroiche, capace di tutto, anche di uccidersi.[2]

Una sera, mentre passeggiava in compagnia d’altri, rivide la Brini, che lo salutò dolcemente, o gli parve. Non s’era accorto ch’era lei: quando lo seppe, stava sulle spine per lasciare la conipagnia, e andare in luogo ove potesse incontrarla: non fece a tempo, e non ne aveva più speranza, quando a un tratto la rivide. La notte ne ebbe un sogno, ch’egli stesso dice di paradiso. Le parlò, ne fu interrogato e ascoltato con viso ridente; le domandò la mano a baciare, lei glie la porse guardandolo con aria semplicissima e candidissima, e lui la baciò senza ardire di toccarla «con

  1. Il Mestica si contenta di dire (nei citati suoi Studi leopardiani): «Nè si fa torto al Leopardi ricordando ch’egli non rifuggiva dalle inclinazioni erotiche insite nella natura umana.» Io penso invece che gli si fa torto gravissimo a supporre che, avendo avuto un figliuolo, fosse capace, come un superuomo qualunque, di lasciarlo pel mondo senza curarsene.
  2. Negli Appunti e Ricordi.
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