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la fanciullezza e l'adolescenza | 37 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu{{padleft:67|3|0]]duzioni non vanno oltre questo anno. L’indice comprende quarantotto numeri: sotto uno stesso numero sono talora più componimenti. La maggior parte di essi si trovano descritti nel catalogo dei Manoscritti leopardiani esistenti a Recanati, pubblicato dal Piergili:[1] ma alcuni ve ne sono che nel catalogo del Piergili mancano; questo fra gli altri, che porta il n. 39 e la data dell’anno 1811: «La virtù indiana, Tragedia.» In principio dell’indice l’autore avverte che i primi lavori in esso registrati sono difettosi; nelle altre pagine sono qua e là altre indicazioni curiose. E l’indice stesso è per sé una curiosa testimonianza che il giovinetto, il quale lo compilava fra i tredici e i quattordici anni, si considerava già uno scrittore.
Nei manoscritti degli anni 1811 e 1812, che si conservano nella biblioteca della famiglia, abbondano, fra gli studi letterari, le dissertazioni filosofiche e scientifiche: c’è un primo abbozzo dell’Istoria dell’astronomia; qualche ragionamento sacro; l’Arte poetica di Orazio travestita; e, con alcune poesie minori, la tragedia Pompeo in Egitto.
Le poesie minori sono un componimento burlesco, intitolato La dimenticanza, un polimetro Alla Signora contessa (la nonna Virginia Mosca Leopardi), cinque poesiole dedicate alla sorella Paolina, ed alcuni Epigrammi. Tutti questi componimenti, insieme con l’Arte poetica travestita e la tragedia Pompeo in Egitto, furono raccolti dal Piergili in un volumetto pubblicato dai Successori Le Monnier, ed hanno la loro importanza nella storia della vita e degli studi fanciulleschi del nostro autore.
Si vede, sopra tutto dalla tragedia, che in questo tempo egli era ancora sotto la direzione e l’influenza del padre. Monaldo aveva abituato i figliuoli fino
- ↑ Nel volume Nuovi documenti intorno alla vita e agli scritti di Giacomo Leopardi, terza edizione; Firenze, Le Monnier, 1892, a pag. 165 e seg.