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CANTO PRIMO
el mezzo del cammin di nostra vita1
Mi ritrovai per una selva oscura,
Che la diritta via era smarrita.
È, quanto a dir qual era, cosa dura [1]
Questa selva selvaggia e aspra e forte,5
Che nel pensier rinnova la paura!
Tanto è amara, che poco è più morte:
Ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai
- ↑ V. 4. Tutti gli editori danteschi si trovarono imbrogliati con questo verso, e il martello fu la prima voce. Chi fece Ah, chi Ahi, chi Eh; e si finì per mettere il verbo è dopo era, senz’accorgersi che commettevano ingiuria allo scrittor sommo. I mss. servili al riscontro pel Commento mancano di quel verbo, ma hanno E in principio; altri è vero hanno et; ma non i più né i più antichi. Gli antichi non accentavano, accentiamo noi ed abbiamo netto e vero il verso cui Dante scrisse; il senso: Quanto a dir qual era questa selva, è cosa dura. Il Cod. BV. che io così segno, quello che all’Università di Bologna avea il numero 135 e ora ha il 590 quest’esso portano, e altri. Tuttavia non sarei lontano dall’accettare quel del Cod di Cortona: E quanto a dir qual era cosa dura ec. rispondendo al tanto ec; ma per me quel tanto con quel che segue è uno staccato in sospensivo di considerazione, e di maggior effetto.
1. In questi due primieri Capitoli sicome è detto fa proemio e mostra sua disposizione sì d’essere come di tempo, la quale disposizione per allegoria figura la disposizione della umana specie. Dice: Nel mezzo del camin di nostra vita, cioè in lo mezzo della comune vita, la quale è LXX anni, sichè quando comenzò questa opera avea XXXV anni. Dice che si ritrovò in una selva oscura. Selva,