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V.





osì discesi del cerchio primaio
  Giù nel secondo, che men loco cinghia,
  E tanto più dolor, che pugne a guaio.
Stavvi Minos, e orribilmente, e ringhia:[1]
  Esamina le colpe nell’entrata,
  Giudica e manda, secondo che avvinghia.
Dico che quando l’anima mal nata
  Gli va dinanzi, tutta si confessa;
  E quel conoscitor delle peccata
Vede qual loco d’inferno è da essa:
  Cignesi colla coda tante volte,
  Quantunque gradi vuol che giù sia messa.
Sempre dinanzi a lui ne stanno molte:
  Vanno a vicenda ciascuna al giudizio;
  Dicono e odono, e poi son giù volte.

  1. V. 4 e S. Cosi bene col Cod di Cortona e coi Comm laneo


V. 1. Poiché l’autore hae narrato e detto la condizione delle anime che sono nel primo cerchio, overo grado del doloroso foro, qui in questo capitolo recita la condizione di quelle che sono nel secondo cercolo, overo grado, e primamente conta delli officiali che sono in quello secondo della pena ch’hanno; terzo la condizione, e specificane alcune persone per nome. Circa la prima parte del conto seguendo suo poema, dice che discese nel secondo cercolo, lo quale secondo cingea meno luogo, cioè che è minore, ma ha tanto più dolore che agguaglia ed eccede lo primo, e però dice e tanto più dolor. E soggiunge che Minos demonio sta lie per giudicatore e orribilmente fa suo offizio: e poi ch’hae esaminati li peccati dell’anima, disegna lo luogo con sua coda dove deve essere punita. E volendo mostrare che molte sono le anime che vanno a perdizione, dice che sempre dinanzi a lui ne stanno molte.

Or questo Minos moralmente parlando significa Giustizia ed è uno punitore di vizii. E tolleno li poeti questo nome, perchè anticamente fu uno re nell’isola di Greti, lo quale fu lo più giusto punitore e remuneratore che avesse mai il mondo, sicome è detto nel prologo di questa esposizione; e secondo che trattano li autori fabulosamente elli tegnono che lo detto Minos sia a tale offizio in lo inferno, quasi a dire: elii è buono cognoscitore.

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