Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Commedia - Inferno (Lana).djvu{{padleft:195|3|0]]
IX.
In questo nono capitolo intende l’autore circa la fine toccare alcuna cosa delli eresiarchi; cioè di quelli ch’ènno arche d’eresia[1]
cioè eretici, li quali deviano dalla dritta e salutifera fede, ed hanno oppinione falsa. E pone prima una questione come apparirae. Circa lo qual trattato, per allegoria mette tre furie infernali, le quali portano pene da serpenti e bestie venenose, che come l’eresia e li eretici è venenosa e corrompente cosa, così a simile li eretici sono puniti e flagellati dalli serpenti venenosi in arche dentro dalla città accese di fuoco. Poscia introduce una favola poetica d’una Medusa, la quale per un fallo che commise facea tramutare in pietra chi la vedea sicome nella esposizion del testo apparirà. E questa per allegoria hae a significare che la eresia fa diventare l’uomo pietra, perchè lo eretico vuole più credere alle sensualitadi ch’ènno indicii e prove corporee, che alla sacra Scrittura che è per revelazione avuta da Spirito santo, e dalla persona di Cristo nelli Evangelii e dalla bocca de’ santi per Spirito santo in le altre scritture autentiche; e però che rifiutare le spirituali ed eleg-g-ere le corporali ragioni è da divinire statue. Però la predetta favola aduce per allegoria. Poscia a continuaziome del suo poema recita la venuta del Figliuolo di Dio, lo quale robustamente fece aprire le porti che per li nemici erano serrate: e questo a mostrare che l’uomo senza la grazia di Dio non può contra quelli.
Ed infine mostra e dice la condizione di quelli che sono nel primo circolo di dentro della città, la quale è a l’ordine dello inferno lo sesto, li quali sono puniti da serpenti infiammati di fuoco. Or è da sapere che tutta la fede Cristiana sta circa la divinitade e umanitade di Cristo; e questi sono articoli della fede: onde Cristo parlando disse: creditis in Deum, et in me credite. Circa la qual divinità ed umanità è li articoli della fede, li quali sono sei alla divinità, e sei alla umanità; e chi contradice a quelli è eretico e vestito di eresia, cioè di falsitade. E perchè alcuno frutto si possa trarre di questa comune ragione d’articoli, diremo come li pone fra Tommaso d’Aquino e li errori per alcune genti, circa quelli avuti: ed è autorità della Scrittura santa a rimuover quelli.
Lo primo articolo è a credere la essenzia divina essere una, sicome è in Deuteronomio VI. audi Israel: dominus Deus tuus unus est. Contra lo quale articolo furon più errori per alcuni passati.
- ↑ v. la prefazione per l'ercsiarche.