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192 INFERNO. — Canto IX.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Commedia - Inferno (Lana).djvu{{padleft:196|3|0]]Lo primo è d’alcuni gentili o pagani, li quali poneano essere più Dei: contra lo quale errore è la Scrittura santa in Esodo XX: non habebis deos alienos etc. Lo secondo errore è quello de’Manichei, li quali poneano essere due principii, cioè due Dei, de’ quali l’uno era lo creatore di tutto lo male, l’altro era creatore di tutto bene. E la ragione che a ciò li conducea è in uno detto in la Scrittura santa che lo Ecclesiastico capitolo XLII, dice: omnia duplicia unum contra unum. E concludeno: se ogni cosa è doppia, dunqua sono due Dei cioè due principi, due regni etc. Solvesi questo detto in lo Ecclesiastico: intende ad ogni cosa universale o non universale, cioè che si può intendere la creazione doppia, o universale, o particolare, a qual voglia di questo non è necesso ma uno creatore. Ancora in lo medesimo Ecclesiastico è scritto, capitolo XIIL contra malum bonum, contra mortem vita, contira virum iustum pcccator. E: sic intuere in omnia opera altissimi. Elli non dice altissimorum; si che intese solo uno creatore. E in Isaia XLV: ego dominus et non est alter formans lucens et creans tenebras, faciens pacem, et creans malum: ego dominus faciens omnia etc. Apostolus ad Romanos IX: igitur cui vult miseretur: dicesi Dio crear male perchè elli, secondo la giustizia, dà al peccatore per pena, male.

Lo terzo errore è quello delli Antropomorfi, li quali poneano bene uno solo Dio, ma diceano ch’era corporeo e al modo umano formato. Contra lo qual errore è san Giovanni in lo Evangelio, capitolo IIII, là dove dice: Spiritus est Deus.

Lo quarto errore è delli Epicurii, li quali l’autore punisce in lo seguente capitolo; li quali diceano che Dio non avea scienzia nè previdenza delle cose umane. Contro lo quale errore dice san Piero nella prima epistola, capitolo ultimo: omnem sollicitudinem vestram projicientes in eum quem ipsi cura est de nobis etc.

Lo quinto errore è d’alcuni filosofi gentili, li quali diceano che Dio non era onnipotente, ma potea solo quello ch’era ragionevile in l’ordine della natura. Contra lo quale errore è lo psalmo: omnia quæcumque voluit fecit etc. Ancora in simbolo: patrem omnipotentem.

Lo secondo articolo è a credere tre persone in una essenzia, siccome scrive san Giovanni in la prima epistola, capitolo ultimo:tres sunt qui testimonium dant in cœlo: Pater, Filius et Sptritns Sanctus, et hii tres unum sunt. Contra lo quale articolo fauno più errori.

Lo primo errore fu d’uno Sabellio, lo quale tenne che fusse una essenzia, ma negava la trinità in le persone dicendo che quella essenzia alcuna volta[1] fu Padre, alcuna volta fu Figliuolo, alcuna volta fu Spirito santo.

Lo secondo errore fu quel d’Arrio, lo quale tenne che fosseno tre persone, ma negò la unità in essenzia: ch’elli dicea lo Figliuolo essere d’altra substanzia che ’l Padre, e puoselo creatura e minor che ’l Padre, non coeguale né coeterno, con ciò sia ch’elli cominciò ad essere dopo lo padre. Contra li quali due errori è lo Evangelio

  1. Il Ricc ha fiada; ma per la sua finali; è chiaro ch’è copia da veneto.
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