Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
194 | INFERNO. — Canto IX. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Commedia - Inferno (Lana).djvu{{padleft:198|3|0]]Lo quarto articolo si pertene allo effetto della grazia, per la qual noi semo diversificati da Dio, sicome dice l’Apostolo ad Romanos tertio: Justificati gratia ipsius spiritus Dei. E sotto questo articolo si comprendono tutti li sacramenti della Chiesa, e tutte quelle cose che appartengono alla unitade della Chiesa, e alli doni dello Spirito santo [1]. Circa lo qual articolo fue in prima uno errore che tennero li Gentili e li Nazarei, li quali diceano che la grazia di Cristo non era sufficiente alla salvazione umana senza alcuna circumcisione e altri mandati di legge observare. Contra lo quale dice l’Apostolo ad Romanos III: arbitramur iustificari hominem pro fide sine operìbus lergis.
Lo secondo errore è de’ Donatisti, li quali puoseno la grazia di Cristo esser solo in quella parte del mondo ch’è appellato Affrica, e tutte l’altre parti del mondo dannavano. E in questo negavano la unità della Chiesa di Dio. Contra lo quale errore è l’Apostolo ad Colossensens : in Cristo Jhesu non est gentilis et judeus, circumcisio et preputium, Barbarus et Scytha, servus et liber, sed omnia et omnibus Christus etc.
Lo terzo errore fu delli Pelagii, li quali errono in prima tenendo che ’l peccato originale d’Adam e d’Eva non era in li fanticini. Contra lo quale errore dice l’Apostolo ad Romanos V: per unum hominem peccatum in mundum intravit: ed in lo psalmo: in peccatis concepit me mater mea. Ancora errono che tenneno che ’l principio delle umane opere fosse più dall’uomo solo, ma lo conservare in quelle fosse da Dio. Contra lo quale errore dice l’Apostolo ad Phlippenses II: Deus qui operatur in nobis velle etc. Ancora errono che diceano la grazia da Dio alli uomini secondo li suoi meriti. Contra lo quale è l’Apostolo ad Romanos XI : si autem gratia iam non ex operibus, alioquin gratia non esset gratia.
Lo quarto errore fu quello d’Origenes, lo quale pose tutte le anime insieme essere create con li angeli e per la diversitade di quelle, alcune chiamate per grazia alla fede, e alcune abandonate in la infedelitade. Contro la quale è l’Apostolo ad Romanos: cum vero damnati essent aut aliquid boni vel mali egissent, dictum est quod maior serviet minori.
Lo quinto errore fu de’ Cataristi[2] ciò funno un Montano e una Prisca e una Massilla, li quali diceano che li profeti erravano quasi insanniti e non profetizzando per Spirito santo. Contra li quali dice san Piero in la seconda epistola: non enim voluntate umana aliata est aliquando prophetia: sed spiritu Saucto inspirati locuti sunt etc.
Lo sesto errore fu de’ Cerdoni[3], li quali disseno Dio non esser giusto, e per consequens la sua legge e mandati non esser giusti. Contra lo quale errore è lo Apostolo ad Romanos VII: lex quidem sancta et mandatum sanctum et iustum et bonum. Ancora ad Roma