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204 INFERNO. ―Canto IX. verso 68 a 86

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Impetuoso per gli avversi ardori,
  Che fier la selva, e senza alcun rattento
  Li rami schianta, abbatte, e porta fori:[1] 70
Dinanzi polveroso va superbo ,
  E fa fuggir le fiere e li pastori.
  Gli occhi mi sciolse, e disse: Or drizza il nerbo
  Del viso su per quella schiuma antica
  Per indi ove quel fummo è più acerbo. 75
Come le rane innanzi alla nimica
  Biscia per l’acqua si dileguan tutte,
  Fin che alla terra ciascuna s’abbica;
Vid’io più di mille anime distrutte
  Fuggir così dinanzi ad un che al passo 80
  Passava Stige colle piante asciutte.
Dal volto rimovea quell’aer grasso,
  Menando la sinistra innanzi spesso;
  E sol di quell’ angoscia parea lasso.
Ben m’accorsi ch’egli era del ciel messo , 85
  E volsimi al Maestro : e quei fé’ segno,


  1. V. 76. La Vind. R., il Cassin., BU e parmig. I, 108, il Codice Cavriani e il DiBagno, e la Nidob. che la copia, han fuori. Il Landiano, il parmigiano 18, i tre
    dell’Archiginnasio bolognese, i due in’eri dell’Università, i marciani LII e IX, 339, il Viv. quattro Patavini, l’edizione 1494 hanno come ho scritto fori. Witte seguendo la Crusca di cui é idolatra, e il Foscolo, mette fiori che non v’ha a fare. Qui è il turbine che schianta, abbatte e porta fuor della selva. Non è a dissimulare che verso ragionevole e beilo è quest’altro di un bel Cod. della Magliabecchiana: I rami schianta, abbatte fronde e fiori; ma non l’accetto perchè que’ fiori nella selva non so trovare.



V. 73. Poscia ch’è esemplificato secondo lo senso dello audito del movimento che facea il messo , mo esemplifica secondo lo senso del viso. E dice che poiché Virgilio gli sciolse li occhi , li quali elli chiuse con le sue mani perchè non vedesse ’l gorgone, disse: mira, cioè guarda, in quella parte là dove tu vedi più acerbo, cioè più scuro e folto lo fumo; quasi a dire: li è lo fatto. Questi guardando inverso quella parte, dice che vedea fuggire tutte l’anime alla riva di tal fiume; tutto a simile modo come fanno ranelle quando senteno o vedeno venire per l’ acqua la biscia la quale è lor nemica. E connumerale, che secondo ch’era sua vista, cioè corta per la folta nebbia, ne vide più di mille. Le quali anime fuggìano dinanzi ad uno messaggio, lo quale andava suso per quella acqua ch’ello apella Stige, com’è ditto, senza bagnarsi i piedi, quasi a dire che anima beata non lede pene infernali. 82. Chiaro appare nel testo come la giustizia divina è costante e non lassiva contra li peccatori ch’ènno permanuti in tutto nel peccato, e che mai non hanno tolto penitenzia, nè detto confessione nella prima vita.

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