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INFERNO. — Canto XI. Verso 98 a 111 | 231 |
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Nota non pure in una sola parte,
Come natura lo suo corso prende
Dal divino intelletto e da sua arte; 100
E se tu ben la tua Fisica note,
Tu troverai non dopo molte carte,
Che l’arte vostra quella, quanto puote,
Segue, come il maestro fa il discente,
Sì che vostr’arte a Dio quasi è nipote. 105
Da queste due, se ti rechi a mente [1]
Lo Genesi dal principio, conviene
Prender sua vita, ed avanzar la gente,
E perchè l’usuriere altra via tiene,
Per sé natura, e per la sua seguace 110
Dispregia , poiché in altro pon la spene.
- ↑ V. 106. Molti hanno: Da queste due se tu ti rechi a mente. Se non fanno dittongo due, che non credo si possa, il verso ha dodici piedi. Così è per chi invece di due ha cose come il BS; sopprimo il tu, e racconcio tutto, e ne ho grazia al Pucciani Cod e al Bartoliniano. Oh come mai il Becchi non s’avvide del da fare e non fare, e con lui non si avvidero Nicolini, Capponi e il Borghi? Il Witte che seguì loro resta in iscacco. Il Cod. Cassinese ha: Da queste cose se ti rechi a mente; e forse è il meglio; e non è delle interpolate come si asserì contro Resini che ne portò una simile
moltiplica; in terreni e vigne, naturale è che li fruttificano: in altre mercanzie che sono sottoposte alle stagioni e a’casi che puonno adevenire per ordine e volontà di Dio, dàn cagioni tali casi di star sempre timidi, di non offendere Dio; ma lo usurieri è dissoluto da tali casi che tal se ’l piove, o neva, o sia tempesta o bonaccia in mare, elli pur vuole che suoi denari avanzino cotanto per libra. Ancora assegna Virgilio a Dante un’altra ragione, ed è scritto in la Scrittura santa nel Genesis: oportet ab initio sæuli humanmn genus sumere vitam et excellcre unum alinm per naturam et artem. Dunque appare per la detta autorità che l’uno può avanzare, l’altro per natura in essere virtudioso e temente Dio per arte, cioè per propria operazione, la quale arte sia simiglievile alla natura in quanto ella può.
V. 109. Qui conclude perchè l’usurieri devia da questo corso e ordine, però è punito nella città, dove sono quelli che offendeno alla divinità; ch’elli offende e devia dalla natura e da arte: e sovratutto non pone la speranza a colui, a chi elli l’ha a disponere; fa lo contrario del psalmo: in te, Domine, speravi non confundar in æternum [1]. Elli non pone in Dio sua speranza, però è confuso nelle eternali pene.
- ↑ Veramente è: intende Domine, speravi in le ut non confundar in æternum; testo forse antico della Bibbia.