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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Compendio storico della Valle Mesolcina.djvu{{padleft:97|3|0]]mezzo del someggiare, come si costumava generalmente nelle altre vallale, poiché l'uso dei carri e delle grandi strade non vi era per anche introdotto. I condottieri delle merci si chiamavano cavallanti. Verso i primi anni del decimo quinto secolo ne viveva uno di nome Brion, memorabile per la straordinaria sua forza, giacché egli caricava e discaricava i suoi cavalli da sola coll’abbracciare senza difficoltà il basto, sul quale era appoggiata la carica che pesava alle volte trenta e più rubbi[1], e così accomodata posarla o levarla dalla bestia. Anche nei passi disastrosi fu osservato caricarsi sulle proprie spalle la soma e trasportarla a luogo sicuro. Trovandosi egli un giorno in viaggio co’ suoi cavalli, uno di questi fece il calcitrante, per cui il suo padrone

adirato gli diede una tale pugnata sull'orecchio, che il povero animale cadde all’istante morto sotto la soma. Brion dimorava nei piani di Verdabbio, ove si vede ancora il resto della sua abitazione e scuderia, la quale dirimpetto giace fra il paese e la torre di Norantola. Discendendo egli un giorno da Mesocco coi suoi cavalli, ed arrivato al piede della balza scoscesa che si vede vicino a Cabbiolo, e sotto la quale

  1. Il Rubbo è qui di dieci libbre grosse di Mesolcina a 35 oncie per ciascuna.
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