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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu{{padleft:179|3|0]]mande gravi e inutili gli attraversavano la mente, cadevano senza risposta, come pietre buttate nell’acqua.

Perchè non poteva egli fermarsi su quella costa selvaggia, dolcemente melanconica, e perchè il profilo intraveduto sulla roccia non poteva essere il suo? Perchè non poteva egli costrurre una casa sulle rovine della chiesetta? Perchè pensava a queste stupide romanticherie, perchè andava a Roma, perchè studiava, perchè studiava leggi? Chi era lui? Che cosa era la vita, la nostalgia, l’amore, la tristezza? Che cosa faceva Margherita? Perchè egli l’amava? E perchè suo padre era servo? E perchè suo padre lo aveva replicatamele avvertito di visitare, appena giunto a Roma, quei luoghi dove si conservano monete d’oro ritrovate sotterra o nelle antiche rovine? Suo padre era o no un delinquente, o un pazzo alletto dall’idea fissa dei tesori? Che aveva egli ereditato da suo padre? L’idea fissa in forma diversa? Era dunque soltanto un’idea fissa, una malattia mentale, il pensiero costantemente rivolto a quella donna?

Ma trovavasi ella veramente a Roma, e la ritroverebbe egli?

Anninia[1], — disse con voce beffarda l’altro studente, dando ad Anania il nomignolo che i compagni gli avevano affibiato, — fai la nanna? Su, via, non piangere, la vita è fatta così: un biglietto per viaggio circolare, con di-

  1. Ninna-nanna.
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