Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
le tentazioni | 167 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Le tentazioni.djvu{{padleft:173|3|0]] miserabile paesello decaduto, al quale una poesia popolare dice:
“— De ottanta duas missas chi aias, |
— Scommettiamo che io so chi aspettate; — disse sorridendo.
— Scommettiamo, — rispose zio Felix, sorridendo anch’egli.
— Una presa di tabacco? Egli verrà fra poco, non dubitate. L'ho ho veduto.
— È grasso? E rosso?
— Sembra già un arciprete. Trattatelo bene, che il diavolo vi scortichi. Cavateli i soldi, comprate le cose buone, per trattar bene vostro figlio. Dategli da mangiare uova e lardo, che una palla vi trapassi il cocuzzolo!
Zio Felix sorrideva sempre: cavò fuori la sua tabacchiera di corno, turata con un tappo di sughero inciso, e si sporse sul muro.
Il paesano si curvò su un fianco, mise un dito entro la tabacchiera, poi s’allontanò
- ↑ «Di ottanta due messe che avevi,
Una sola ne hai ora, e quando l’hai.»