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nel regno della pietra | 249 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Le tentazioni.djvu{{padleft:255|3|0]] le dita, dicendo: — Io tagliapietre, io taglialegna, io falegname, io cacciatore, io tutto! E vivo bene, sapete, zio Sidru, vivo bene.
Zio Sidru, taceva; Sidra divorava con gli occhi il giovinotto. Ad un tratto egli si volse a guardarla con quel suo sguardo metallico che la fece arrossire, e sempre rivolgendo la parola al pastore; disse:
— Vivo bene, non mi manca che una moglie. Volete darmi vostra figlia, zio Sidru?
— Matto! — diss’ella ridendo.
Zio Sidru neanche sorrise.
— Come, non rispondete? Non me la date? Se non me la date me la prendo.
— Matto! matto! — ella rideva deliziosamente. Il padre la guardava severo; poi disse:
— Boele[1] cacciatore, se vuoi rimaner con noi a pigliar un boccone in santa pace, sia: altrimenti va al diavolo.
— Come? Lo vedete il vecchio avvoltoio che non vuole? Non vuole? Io credo che vorrà.
Zio Sidru guardava sempre severamente
- ↑ Raffaele.