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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu{{padleft:89|3|0]]con inconscia crudeltà. Ma il vecchio proseguì, tragico e minaccioso: — Io mi accorgo di tutto, sai! Vedo tutto! so tutto quello che fate. Vi siete incontrate bene, le due capre selvatiche. Vi siete messe in mente di farmi morire prima del tempo; ma una cosa ti dico, Costantina. Tu credi ai morti. Ti tormenterà il mio fantasma.

Ella credeva ai morti. Cadde in ginocchio dar vanti al padrone e gli baciò la mano.

— Mi perdoni, padrone mio! Sono fuori di me dalla rabbia. La mulatta, quel cane nero rabbioso, è fuggita senza neanche dire addio al bambino.... E quelle son le serve fini, pagate come maestre: e quelle son le donne di fiducia! Ma Costantina non appartiene a questa genìa. Io non lascerò il mio padrone, no, a costo di crepare.

Ma anche vostè sia buono. Perchè non vuole che signoricca si sposi? Quando si tratta di simili faccende non bisogna aspettare perchè non si sa mai quello che può succedere.... Signoricca è brava, è buona, ma vostè non le vuol bene, lei non vuol bene a nessuno.

Il vecchio, già calmatosi, brontolò: — Perchè nessuno mi vuol bene....

Faula!![1]. Se non lo volessimo bene non staremmo qui, ai suoi ordini. Signoricca si consuma in silenzio, piuttosto che darle dispiacere, ma vostè è cieco e sordo.

  1. Bugia.
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