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148 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della Nuova Istoria.djvu{{padleft:168|3|0]]origine a difesa de’ regali giardini ed a valersene qual muro acconcia, dicevano paventare e dardi e suochi d’ivi lor contro scagliati. L’augusto impertanto perseverando nel far buon cuore all’impresa, due legni[1] pieni di legionarj si accinsero al varco, i quali aocchiati non a pena dai Persiani arsi vennero col trarvi grande quantità di roventi dardi. Aumentatasi alla orribil vista nell’esercito la trepidazione, Giuliano ad emendare il commesso errore con iscaltra inventiva: Ecco, disse, è riuscito loro il tragitto, ed or son padroni della riva, avendone conferma dal fuoco nelle barche acceso, come eglino ebbero da me comando nello spedirli, onde annunziarmi il prospero successo del tentativo. Bastò la menzogna, perché tutti come trovavansi, chi montati nelle barche, e chi immergendosi nelle acque dove cimentar poteano il guado, andassero, valicato il fiume, ad appiccar battaglia da vicino co’ Persiani, ed uscitine vittoriosi non solo impossessaronsi della riva, ma ricuperarono ben anche i due semi-abbruciati legni salvandovi que’ legionarj che rinvennero tuttora in vita. Azzuffatisi poscia i due eserciti combatterono dalla mezzanotte infino al meriggio, quando i Persiani, cedendo, a precipizio fuggirono, datovi principio i duci stessi. Erano costoro Pigrasse[2], di schiatta e d’onoranze soltanto al re secondo, Anareo[3] e Surena medesimo. I Romani

  1. Cinque, secondo Marcellino. T. S.
  2. Così il testo, ma parrebbe doversi leggere Tigrane. T. S.
  3. Leggasi Narsete. Con questi nomi ambo i duci riportati vengono da Marcellino. T. S.
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