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LIBRO QUARTO 195

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della Nuova Istoria.djvu{{padleft:217|3|0]]al di sopra de’ fori, a colpi di sassi e dardi percuotono la barbarica moltitudine ivi raccolta, proseguendone la strage infinattantochè pervennero a farne totale sterminio, liberando così le Orientali popolazioni dal minacciato disastro[1].

Finite in tal guisa, mercè l’accorgimento dei militari prefetti, le calamitadi cui soggiacquero la Tracia e l’Oriente, l’imperatore Teodosio, fermo ancora in Tessalonica, mostravasi accessibile a quanti addimandavano udienza; ma principiato il suo governo dalla voluttà e trascurataggine perturbò gli uffici de’ magistrati messi alla direzione delle pubbliche faccende portando il numero de’ comandanti l’esercito al di là di quello per l’addietro statuito. Pruova ne sia che avendovi da prima un solo maestro della cavalleria ed un prefetto delle milizie pedestri, le stesse magistrature distribuite furono da lui a più di cinque personaggi, donde per la molta vittuaria ebbe aggravio il fisco. Imperciocchè non più a due soli duci ma a cinque ed anche ad un maggior numero veniva per intiero somministrato quel tanto che antecedentemente ricevea ognuno dei due. Espose di parità le truppe all’avarizia di così molteplici magistrati, volendo ciascheduno di essi non una parte, ma il totale, come se due unicamente fossero, ed esercitava altresì quasi la professione dell’oste, dalla militare annona ritraendo guadagno. Nè tuttavia pago aumentò sì grandemente il numero dei prefetti de le

  1. Questo fatto è riportato in compendio anche da Marcellino verso la fine della sua opera. T. S.
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