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206 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della Nuova Istoria.djvu{{padleft:228|3|0]]a tutta carriera, scortato da trecento cavalli, prendendo la via delle Alpi. Se non che rinvenutele sguernite affatto di soldatesca camminò alla volta de’ Reti, de’ Norici, della Pannonia e dell’alta Misia. Massimo allora, tenendogli addosso gli occhi, mandonne sulle tracce Andragazio maestro della cavalleria, originario del Ponto Eussino, il quale pareagli suo intrinseco amico, ed avente cavalli tollerantissimi della fatica: questi perseguitando senza posa Graziano e raggiuntolo in Sigiduno, al valicar del ponte l’uccide, rendendo colla morte di lui più fermo nel ribellato l’impero.

Qui non dobbiamo passar con silenzio una storica notizia non disdicevole al nostro argomento. Ne’ collegi sacerdotali di Roma i pontefici godeansi della massima autorità, e la denominazione loro traslatata in greco equivarrebbe a Gefirei, come dire pontali[1]. Vennero poi così appellati dal fatto che prendo a narrare. Allorquando l’uomo ignorava tuttora che si fosse culto rappresentato da imagini, i primi simulacri de’ Numi comparvero nella Tessaglia, nè avendovi a que’ dì sacrati (sconosciuti pur essi) locaronsi le scolpite divine figure sul ponte del fiume Peneo, derivando a coloro i quali compierne doveano i sacri riti il nome di Gefirei, dal luogo ove tali raffiguramenti ebbero da principio sede. I Romani poscia dai Greci ricevuto avendo siffatta pratica nomarono anch’eglino pontefici i presidenti de’ collegi sacerdotali[2], statuendo insieme di annoverarvi,

  1. Γέφυρα, ponte.
  2. Eglino da una delle opere loro, quella di ristaurare il
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