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208 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della Nuova Istoria.djvu{{padleft:230|3|0]]L’impero di Graziano giunto nel prefato modo alla fine, Massimo, opinandosi già in possesso del trono, inviò ambasceria all’imperatore Teodosio non per addimandargli perdono dell’operato contro a Graziano, ma per notificargli serie proposte. Capo della mandata era il prefetto degli augustali cubiculi, non eunuco (il ribello comportar non potendo che la custodia del pretorio si commettesse a castrati), ma uomo rispettabile per l’età sua, ed uno di quelli rimasi ognor seco infin dal principio di lor vita. Chiedeva poi il legato a Teodosio alleanza, concordia e società di guerra contro a qualunque nemico de’ Romani, e non consentendo alle inchieste denunziavagli nemicizia e guerra. Teodosio accordava a Massimo la imperiale dignità e reputavalo ad uno meritevole di partecipare seco lui le statue e l’imperial nome, intanto che di occulto preparavasi a guerreggiarlo, e con ogni guisa di adulazione e di riverenza studiava tendergli insidie; e così oltre proceduta erane la impostura che tra le altre cose ordinate a Cinegio prefetto del pretorio, spedendolo nell’Egitto a proibire generalmente il culto dei Numi ed a chiuderne i tempj, aveavi quella di mostrare agli Alessandrini l’imagine di Massimo locandola in pubblico sito, e concionando al popolo dichiararlo suo collega nel- [1]

  1. ficato, potendo così esprimere che Graziano dispregiatore del nome di pontefice massimo dopo breve tempo lo addiverrebbe, col proprio sangue imbrattando il ponte; come annunziare tra poco la morte di lui e l’inalzamento di Massimo all’impero ed al pontificato.
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