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28 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della Nuova Istoria.djvu{{padleft:40|3|0]]colle truppe disertale seco battè la via tendente ad Agrippina, vastissima città sita al Reno, assediandovi Salonino figlio di Gallieno, e minacciandolo che non partirebbesi di là prima di averlo in sue mani. Costretta la guarnigione dall'assedio a rassegnare il duce e Silvano destinatogli dal padre a governatore, il fellone, uccisi ambedue, si fe' padrone dei Celti.

Mentre gli Sciti[1], espugnata la stessa Atene, ivano disastrando in funestissima guisa la Grecia, Gallieno divisò combattere que' venuti già al possesso della Tracia, e perduta ogni speranza intorno agli affari d'oriente, addimandò soccorso a Odanato, nativo di Palmira, ed onorato grandemente infin dal tempo de' suoi antenati dagli imperatori. Questi, unito avendo le numerosissime sue truppe ai Romani eserciti quivi a dimora, affrontò valorosamente Sapore, ed impadronitosi di molte città ligie della Persiana monarchia, distrusse, vinta colle armi, la stessa Nisibi dal re soggiogata ed unita al resto del suo dominio. Nè solo una volta, ma due inoltratosi a Ctesifonte chinsevi, rincacciati entro le munizioni loro, i Persiani, felici se con la prole e le donne riuscir potessero a campare la vita. Quindi riordinò del suo meglio, come oprar solea, la guastata regione.

  1. (1) Meritevole di ricordanza è il consiglio d'un barbaro, il quale vedendo i suoi compagni insistere perchè si dessero primi d'ogni altra cosa alle fiamme i libri: Risparmiamo, diceva loro, un tale smacco a quelli codici, ne' quali mentre i Greci più studiano, meno idonei rendonsi alla guerra.
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