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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Diario di Nicola Roncalli.djvu{{padleft:173|3|0]] restarono vittima, il colonnello Manara[1], che fece una morte cristianissima, il Moro di Garibaldi[2], ferito da una mitraglia in un orecchio, che, morendo, strepitosamente muggiva come un toro.
Il bombardamento dai Monti Paridi fu per distrarre l’attenzione da S. Pancrazio. Infatti, i Francesi diedero colà l’attacco.
Bei cannonieri nostri, già rimasti a pochi, in quel momento, non se ne trovava che uno al suo posto, essendo dispersi gli altri altrove. La linea era alla baionetta; ma, sopraffatta dal nemico, rinculò dietro le artiglierie, le quali, se non fosse stato per l’esposto incidente, avrebbero potuto massacrare i Francesi.
Alcuni uffiziali di linea si accingevano a far da cannonieri; ma non trovavano la spoletta. Alla fine la trovarono; ma, nel mentre si accingevano a dar fuoco, un coraggioso milite francese, che nella zuffa si era mischiato tra i nostri, la strappò e la spense in terra.
L’esemplare suo coraggio gli costò la morte, e morte atroce, imperocchè molti furono in un tempo a procurargliela con la baionetta.
In tale stato di cose si gridò a chi avesse fosfori.
Trovatili, con tal mezzo, il tenente Micotti, per ben tre volte, potè mitragliare l’inimico.
- ↑ Intorno a questo valoroso, che combattè prima durante le Cinque Giornate di Milano, poi sui campi lombardi, e che venne a morire da eroe per la difesa di Roma, leggasi ciò che scrisse il Dandolo nella sua opera I volontari e i bersaglieri lombardi. Annotazioni Storiche. Milano, Brigola, 1860.
- ↑ Andrea Aghiar, negro americano, era tenente della legione italiana e assai affezionato al generale Garibaldi.