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184 diario roncalli

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Diario di Nicola Roncalli.djvu{{padleft:202|3|0]]In quella sera, innanzi al caffè delle Convertite, dove era adunata conversazione, in un crocchio di gioventù inconsiderata, fu gridato «Viva la Repubblica Romana;» altri aggiungono che si dicesse «Abbasso i Francesi».

Nella scorsa notte, in seguito a ciò, fu fatta una numerosa carcerazione. Fra questi vi sono due figli di Castellani, gioielliere al Corso, Moneta Adriano, Cagiati Filippo, il conte di Marsciano.

Ieri giunse in Roma, da Napoli, il tenente maresciallo austriaco Vimpffen. Prese alloggio alla locanda della Grande Europa, a Piazza di Spagna.

Si dice che sia venuto per prendere dei concerti con Oudinot relativamente a Garibaldi.

Nel dopo pranzo del giorno in cui si cantò il Te Deum, molta gioventù, guidata da un tal Ricci[1], andavasene a spasso per diporto. Sulla piazza di S. Giovanni incontrò il generale Galletti, e, circondandolo e caricandolo di villanie, chiamandolo infame traditore, l’obbligò, benché tremante, a cavarsi il cappello e gridare «Viva Pio IX»[2].


18. — Garibaldi, colla sua banda, fatta più numerosa dagli emigrati, si aggira nella provincia di Orvieto, taglieggiando quei miserabili paesi.

Chiamò Orvieto a contribuzione per scudi 10000 di moneta suonante, dimandò 4000 razioni e 600 foraggi.

  1. Il Ricci era un prete faentino, che divenne poi agente del brigantaggio borbonico tra il 1860 e il 1863.
  2. Il Roncalli aggiunge: «N. B. Annotazioni fatte da monsignor Lancellotti,» il che fa credere ch’egli dubitasse di quanto narra e ripete, con altri particolari, più avanti.
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