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318 diario roncalli

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Diario di Nicola Roncalli.djvu{{padleft:336|3|0]]I volontari del Piemonte scrivono che sostengono gravi fatiche. Ore otto al giorno di manovre con alternativa di lavori di fortificazione e barricate.

Pasquino possedeva due magnifici piatti di porcellana di Parigi con i ritratti l’uno di Napoleone I, l’altro di Napoleone III. Pensò di venderli, e Marforio ne lo richiese del prezzo. Egli gli disse che del primo ne voleva scudi 50 e del secondo soli 10 soldi.

In amicizia non poteva ingannarlo, poiché il primo aveva la tinta buona e resisteva al fuoco, il secondo l’aveva falsa ed al contatto del fuoco sarebbe sparita.

Allude alla voce sparsa che Napoleone III sia rimasto a Genova e che, sotto il falso pretesto di essersi scoperta una congiura contro la di lui persona, sia per retrocedere[1].

Nel giorno 9 corrente, molti volontari di diverse comitive si vedevano girare per la città, avvinazzati e festevoli.

Vi furono varii pranzi di congedo nelle osterie, trattorie e case particolari.

Si assicura che il generale francese dispose che, d’ora in poi, alla stazione i soli di lui gendarmi sorvegliassero alla partenza dei volontari, escludendo i pontifici.

I volontari partiti a tutto il 10 corrente sommano a 2300.

Allorché il generale francese chiamò il Gennaraccio di Trastevere, che si voleva far capo di una

  1. Come ben ai capisce, erano voci che facevano correre i clericali: Napoleone III da Genova andò subito ad Alessandria.
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