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364 | diario roncalli |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Diario di Nicola Roncalli.djvu{{padleft:390|3|0]]in nome del Sovrano, di scendere e passeggiare come gli altri.
» Roma, 21 febbraio 1860.
» Firmato: Gio. Battista Bogatti».
Ultimamente, venne in Roma un abate Stellardi, cappellano regio di S. M. il re Vittorio Emanuele[1], incaricato dal suo Sovrano della consegna di una lettera al Papa, relativa agli indispensabili motivi che egli aveva per occupare le Marche e l’Umbria.
Il S. Padre si ricusò di riceverlo ed ebbe intimazione del Governo di ripartire immediatamente.
Si dice che il cardinale Wiseman si recò, non ha guari, dal Papa a tributargli un atto di devozione e d’ossequio, a nome dei cattolici inglesi.
In tale circostanza, supplicò S. Santità a voler cedere, in qualche modo, alla urgenza delle circostanze politiche, per il meglio della religione.
Si aggiunge che il S. Padre lo congedò bruscamente e lo dispensasse di far parte, d’ora in poi, delle ordinarie congregazioni.
20. — Come si disse, quattro giovani della Sapienza idearono un indirizzo di devozione al Papa e ne promossero le soscrizioni.
Dopo il tumulto verificatosi in quella università per tale oggetto, il S. Padre volle conoscere i gio-
- ↑ L’abate Vittorio Emanuele Stellardi aveva portato al pontefice, nel settembre del 1859, una lettera che il re s’era deciso a mandargli per aderire alle reiterate istanze dell’imperatore Napoleone, e quindi un’altra, nel febbraio del 1860, che lo Stellardi stesso consegnò nelle mani di Pio IX.