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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Diario di Nicola Roncalli.djvu{{padleft:416|3|0]]Nel giorno 2 del corrente, due zuavi che erano in carrozza, passando per il Corso avanti ai gendarmi francesi, fecero loro le fiche. Retrocedendo, le rinnovarono. Allora i gendarmi fermarono il legno e li condussero prigioni.

Furono condannati a tre mesi di carcere.


15. — Nella mattina, e nelle ore pomeridiane dello stesso giorno, giunsero in Roma due reggimenti di Francesi, in aumento di quelli che vi sono.

Fra questi vi è il 62°, che combattè valorosamente a Solferino per la causa italiana. Quindi molti cittadini andarono ad incontrarlo e fraternizzarono aiutandoli a portare le mucciglie[1].

Questi, caldi come sono di patriotismo, si abbandonarono, la sera, ad allegrie illimitate percorrendo la città, tra canti e suoni e spesso gridando «Viva l’Italia, viva Garibaldi».


19. — Nella mattina dei 17 corrente, alcuni zuavi pontifici, con alcuni militi di linea, condussero undici prigionieri piemontesi, due in uniforme e gli altri senza. Si crede che siano disertori.

Entrarono per porta del Popolo, alle 10 pomeridiane, e molta gente si affollò a vederli. Si dice che vi fu qualche movimento per liberarli e che uno dei prigionieri dicesse di stare tranquilli che tra pochi giorni sarebbe venuto in Roma il re d’Italia.

Furono accompagnati alla Pilotta.

  1. Parola romanesca che vale «sacelli militari».
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