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46 | diario roncalli |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Diario di Nicola Roncalli.djvu{{padleft:64|3|0]]Si assicura da molti che nel caso d’invasione napoletana, cui non si potesse resistere, s’incendierà Roma, ed il Governo si ritirerà in Ancona distruggendo tutti i paesi intermedi.
L’agente consolare inglese s’intimorì per un tal disegno ed avvisò, confidenzialmente, i suoi nazionali di provvedere alla loro sicurezza.
14. — Nell’Assemblea Costituente, nella tornata dei 13, il Ministro di grazia e giustizia lesse un rapporto col quale sottoponeva alla clemenza della Assemblea la situazione del barone Sabariani di Benevento, detenuto, nel forte di Castel Sant’Angelo, e di altri 25 individui, da un anno circa, rei politici per amore della libertà italiana[1].
L’Assemblea, penetratasi della cosa, gridò grazia. Quindi, il popolo, appoggiando con applausi e con grida di grazia, fu decretato che all’istante andasse l’ordine della scarcerazione.
Interpellato il Ministro dell’estero se i due inviati della Repubblica Romana a quella Francese fossero stati ricevuti, rispose che tanto il presidente della Repubblica, quanto il Ministro degli affari esteri li avevano ricevuti, ma officiosamente soltanto[2].
Il Ministro delle finanze assicurò che il cambio della carta monetata era disceso al 14 per %.
15 . — Il dì 13 corr., per ordine del Governo, fu condotto in Roma monsignor D. Giuseppe Ve-
- ↑ Vedasi il il Monitore Romano del 14 di marzo.
- ↑ I due inviati furono Pietro Beltrami e Federico Pescantini.