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56 | diario roncalli |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Diario di Nicola Roncalli.djvu{{padleft:74|3|0]]di quei militi uccise un frate di S. Francesco nel mentre ascondeva alcuni voti di una sacra imagine.
Garibaldi ordinò che fosse posto quel soldato per varie ore alla berlina e quindi lo fece fucilare.
6. — Questa mattina mi recai a visitare il Santo Uffizio[1]; osservai ossa umane in gran quantità, alcuni capelli ammassati fra la terra ed un trabocchetto, che sembrano sufficienti prove di una precedente barbarie.
9. — Nel venerdì santo, in S. Pietro, si espose nuovamente, dopo varii anni, la Croce illuminata. Molto concorso.
Nella mattina del giorno di Pasqua l’Assemblea, il Triumvirato ed i Ministri si recarono a S. Pietro per assistere ad una solenne messa cantata. La messa fu celebrata dall’Abate Scoppola, cappellano militare[2]. V’intervenne la truppa di ogni arma con sei pezzi di cannone.
Dopo la funzione, il suddetto Abate Scoppola, dalla gran loggia parata dei tre colori nazionali e circondato, invece che dalle Ventole, dalle bandiere, prese il Venerabile e diede la Benedizione al numeroso popolo e truppa che era sulla piazza[3]. Dopo ciò,
- ↑ N’era stata decretata l’apertura il 31 di marzo ed erasi fatta il 1° di aprile.
- ↑ Lo Spada, op. cit., ni, 358, lo chiama Spola.
- ↑ Facevangli da assistenti il padre Ventura e il padre Gavazzi. Il padre Ventura era, o si fingeva, repubblicano; ma più tardi si conciliò colla Chiesa e andò in Francia a predicare. Il padre Gavazzi, bolognese, e notissimo, non mutò opinioni e vive oggi in Roma.