< Pagina:Diario di Nicola Roncalli.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
74 diario roncalli

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Diario di Nicola Roncalli.djvu{{padleft:92|3|0]]giorni, di sgombrare il locale, in fine si dovette quasi adoperare la forza.

Le monache di Campo Marzo, di S. Marta, di S. Urbano anch’esse dovettero abbandonare i loro monasteri, essendo destinati alcuni monasteri per acquartierarvi truppe, altri per ospedali.

A quelli di Campo Marzo e S. Marta si stanno atterrando alcuni muraglioni.

Questa mattina, nelle ore antimeridiane, il commendatore Campana fu assassinato in sua propria casa da un incognito che venne per parlargli.

Ebbe tre pugnalate; ma non riuscirono mortali. Caduto però in terra, ne riportò una forte percossa all’occipite con qualche pericolo[1].

Questa mattina vi fu rivista generale della Civica sulla piazza dei SS. Apostoli.

Galletti (come presidente dell’Assemblea) parlò al popolo e lo eccitò alle armi per difendere la Repubblica.

Quindi lo seguì Sterbini, che domandò alla Civica (circa 3000) se avessero sofferto in buona pace che lo straniero venisse a dettarci nuove leggi. La Civica rispose no. Poscia soggiunse se volevano ferme quelle istituzioni che erano state emanate dal popolo e rispose .

  1. Il commendatore, poi marchese Pietro Campana, s’era posto alla testa d’una congiura contro la repubblica, nella quale congiura erano entrati soldati della guardia svizzera, ufficiali dei carabinieri e una compagnia della guardia civica di cui egli era colonnello.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.