< Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu{{padleft:615|3|0]]

DELL'IRA


E DE’ MODI DI CURARLA


DIALOGO


DI NICCOLÒ MACHIAVELLI[1]


Rettamente a me pare,[2] Cosimo carissimo, che faccian quei prudenti pittori, li quali avanti che del tutto finischin l’opere loro, se le tolgono dalla vista per qualche tempo, acciocchè l’occhio per quello intervallo perdendo l’assidua consue-

  1. La varia erudizione ed il fiorito stile di questo pregevole Dialogo lasciano trasparire la gioventù dell’Autore, il quale probabilmente lo scrisse circa l’anno 1504
  2. Cosimo Rucellai, giovane di grandissima aspettazione ed amicissimo dell’Autore, il quale ne pianse teneramente l’immatura morte nell’introduzione al Dialogo dell’Arte della Guerra, in cui lo fa entrare come uno degl’interlocutori. Ad esso pure indirizzò i Discorsi sopra Tito Livio. Il Machiavelli frequentava i celebri Orti Rucellai, insieme con Luigi Alamanni, nominato più sotto, ed altri dotti e fedeli Amici, ove si trattenevano in filosofici ragionamenti.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.