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della pazzia 187

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Elogio della pazzia.djvu{{padleft:200|3|0]]ai quali si era egli unito per istrada dopo la sua risurrezione? Ciò non ostante questo non mi fa tanta meraviglia, quanto l’Apostolo delle genti, allorchè dice: La pazzia di Dio è migliore della saviezza degli uomini. Ora, giusta l’interpretazione d’Origene, applicar non si può questa pazzia all’opinione degli uomini. Dello stesso genere è pur questo passo: Il mistero della croce è una pazzia per quelli che periscono. Ma perchè stancarmi in produrre tante testimonianze? L’uomo Dio rivolgendosi a suo Padre non gli dice forse nei Salmi: Tu conosci la mia pazzia? Non è dunque senza motivo, o per dir meglio è visibilmente per questa ragione, che i pazzi sono maggiormente prediletti da Dio. Per tal rispetto l’Essere supremo rassomiglia ai principi della terra, imperocchè queste mortali divinità comunemente non amano gran fatto le persone sensate ed oneste; Cesare infatti temeva assai più Cassio e Bruto, che il ghiottissimo Antonio[1]; Nerone non potea soffrir Seneca[2]; Platone restò deluso presso Dionigi il tiranno[3]: ma per converso trattano di buon grado cogli stupidi, coi semplici e coi goffi. Anche l’uomo Dio condanna sempre, e detesta quei savi che confidano soltanto nella loro filosofia. S. Paolo lo dice netto e schietto: Dio ha scelto tutto

  1. Cesare quando venne avvertito di stare in guardia contro Antonio rispose: “Non temo i pingui ghiottoni, ma i sobri e i pallidi;„ volendo indicare Bruto e Cassio, che infatti lo pugnalarono in pieno senato.
  2. Nerone fece svenar Seneca, perchè questo filosofo essendo stato suo precettore ardiva di censurare le pessime sue azioni.
  3. Platone fece espressamente il viaggio della Sicilia per tentare di umanizzar colla filosofia il cuor feroce di Dionigi tiranno di quell’isola; ma il suo divisamento andò totalmente fallito.
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