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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Elogio della pazzia.djvu{{padleft:57|3|0]]e la messe delle più strepitose azioni. Con tutto ciò che cosa potrebbesi immaginare di più stolto della guerra? Due armate si battono (Dio sa per qual ragione) e l’una e l’altra sentono assai più danno che vantaggio della loro animosità. Chi perisce nella guerra qual Megarese[1], si conta per nulla. Inoltre, ditemi un poco, qual servigio potrebbero prestare i savj, allorchè gli eserciti sono schierati in ordine di battaglia, e l’aria risuona del rauco squillo delle trombe, e dello strepito de’ tamburi, mentre sfiniti dallo studio e dalla meditazione traggono a stento una vita resa inferma dal poco sangue sottile e freddo che loro circola nelle vene?[2]. Vi vogliono degli uomini ben tarchiati e materiali, robusti ed audaci, ma di pochissimo talento; sì, vi vogliono appunto di siffatte macchine pel mestiere dell’armi. Chi avrà potuto trattenere le risa alla vista di Demostene vestito alla militare, allorchè seguendo il savio consiglio d’Archiloco[3], appena vide il nemico, gettò lo scudo e si pose a fuggire a tutta possa; poco curandosi di mostrarsi con ciò tanto vile soldato, quanto era eccellente oratore?

Voi mi direte, che la guerra esige una somma prudenza: ve lo concedo, ma nei generali, e poi anche questa non è che una prudenza particolare,

  1. Proverbio di Teocrito, nato dalla risposta dell’Oracolo: che i Megaresi non erano nè i terzi, nè i quarti, che cioè non appartenevano ad alcun numero e non aveano alcun valore, ed erano da calcolarsi per nulla.
  2. Segue il concetto d’Aristotile che stima prevalere d’audacia i più scarsi d’ingegno. Il sangue denso onde abbondan i robusti, cresce la vigoria del corpo, ma fa tardo l’ingegno all’incontro il sangue sottile, onde esalano spiriti tenui e sottili, fanno il corpo debole e peritoso, e l’ingegno acuto e timido.
  3. Gli Spartani cacciarono in bando Archiloco, perchè si vantava d’avere in battaglia gettato lo scudo per fuggire più velocemente.
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