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DI FRANCESCO REDI. | 113 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esperienze intorno alla generazione degl'insetti.djvu{{padleft:117|3|0]]medesimo mi stupisco considerando come da questi autori fosse stimata la natura così poco avveduta nella generazione di quegli animali e nella tessitura de’ loro membri, altri già condotti d’ossa e di carne, ed altri nello stesso tempo modellati di pura terra; e pur Eliano fa fede d’averne veduti de’ così fatti con gli occhi suoi propri in un viaggio ch’ei fece da Napoli a Pozzuolo, e Ovidio, non contento nel luogo sopracitato d’averci fitto vedersi spesso nel fango degli animali senza gambe e senza giunture, ce lo ribadisce un’altra volta nel libro decimoquinto.
Semina limus habet virides generantia ranas,
Et generat truncas pedibus, mox apta natando
Crura dat, utque eadem sint longis saltibus apta.
Ma quel che più galante mi pare si è che queste stesse rane nate di fango, dopo sei soli mesi di vita, per testimonio di Plinio, in polvere ed in fango improvvisamente ritornano e poscia, all’apparir della vegnente primavera, a novella vita risorgono.
Questo pensiero di Plinio è stato approvato da molti gravi filosofi del nostro secolo, ed in particolare dal dottissimo padre Onorato Fabri, gran maestro in divinità e uomo di profonda letteratura e di sommo credito in tutte le filoso-