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36 LA FARSAGLIA

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790Torva splendesse, ad inondar la terra
Avrà l'Aquario sprigionati i nembi[1],
Come a' tempi di Pirra; e se tu, Febo,
Premessi il tergo del Lion Nemeo
Si struggerebbe dalla fiamme il Mondo,
795Ed arso fia dal carro suo l'Olimpo.
Non minaccian questi Astri. O tu che accendi
Il fier Scorpion coll'affocata coda,
E ne aduggi le branche e quale appresti
Sì gran mole, o Gradivo? Il dolce Giove
800Nel tramonto s'asconde, e langue inerte
Il bel Idalio fuoco, e s'aggavigna
Il rapido Cillenio, e Marte solo
Ingombra il Cielo. Perchè gli Astri vanno
Fuor dr' cancelli lor? perchè nebbiosa
805Mostran la fronte? E perchè troppo il brando
Dell'armato Orion arde e lampeggia?
Guerrier sdegno sovrasta, ed ogni legge
Dalla forza dell'armi andrà confusa.
Nome avran di virtù l'opre nefande,
810E per molt'anni inalzerà la face
Questa insania feroce. E che ci giova
Chieder da Numi il fin? Col nostro giogo
Se'n vien la pace: de' gran mali addoppia
L'aspre catene, o Roma, e il tempo infausto
815Delle stragi rallunga, affinchè torni
A rifiorir la libertà raminga.
  Trema d'orror il pauroso volgo
A questi augurj; ma più ancor s'agghiaccia,

  1. Quì si allude al diluvio parziale della Grecia accaduto ai tempi di Pirra, e Deucalione, la di cui idea fu presa dalle sacre Pagine, le quali descrivono il Diluvio Universale.
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