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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ferrero - La palingenesi di Roma, 1924.djvu{{padleft:73|3|0]] l’esecuzione di un ordine venuto dagli dèi, è l’adempimento di una delle tante imprese predestinate, che dovevano riuscire felicemente, perchè Roma diventasse la dominatrice del mondo.

E questi due contrari punti di vista si ritrovano quando S. Agostino parla del combattimento fra Orazi e Curiazi, e dice di Virginia « humanior huius unius feminae, quam universi popoli Romani, mihi fuisse videtur affectus » [1]. Egli non si lascia esaltare dagli argomenti inebrianti degli scrittori latini.

« A che mi si obbiettano qui il nome della gloria, il nome della vittoria? Messi da parte gli intralci di una folle opinione, guardiamo, pesiamo, giudichiamo a nudo i delitti. E che si dica il conflitto di Alba come si dice l’adulterio di Troia. Non si troverà mai niente di uguale, niente di peggio. Tullo vuol solamente « levare in armi gli uomini impigriti, e le schiere ormai disavvezze ai trionfi ». Per questo vizio, è stato dunque perpetrato il delitto di una guerra fra alleati e parenti! » [2]

  1. (1) De Civit. Dei, III, 14.
  2. (2) De Civit. Dei, III, 14.
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