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56 | fingal |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fingal poema epico di Ossian.pdf{{padleft:57|3|0]]
270Piangimi cogli estinti; addio, Bragela.
Sì parlò sospirando, e si nascose,
Ove la selva è più selvaggia e cupa.
Ma d’altra parte maestosamente 8
Passa Fingàl nella sua nave, e stende
275La luminosa lancia: orrido intorno
Folgoreggia l’acciar, qual verdeggiante
Vapor di morte che talor si posa
Su i capi di Malmor: scura è nel cielo
La larga luna, il peregrin soletto.
280— Terminato è ’l conflitto; io veggo il sangue
De’ nostri amici, il re gridò; le quercie
Gemon di Cromla, e siede orror sul Lena.
Colà cadèro i cacciatori; il figlio
Di Semo non è più. Rino [n 1], Fillano,
285Diletti figli, or via, sonate il corno
Della battaglia di Fingàl; salite
Quel colle in su la spiaggia, e della tomba
Del buon Landergo [n 2] il fier nemico in campo
Sfidate alla tenzon. La vostra voce
290Quella del padre nel tonar pareggi,
Allor che nella pugna entra spirante
Baldanza di valor: qui fermo attendo
Questo possente uom tenebroso; attendo
Con piè fermo Svarano. E venga ei pure
295Con tutti i suoi; che non conoscon tema
Gli amici degli estinti. Il gentil Rino
Volò qual lampo; il buon Fillano il segue
Pari ad ombra autunnal. Scorre sul Lena
La voce loro: odon del mare i figli
300Il roco suon del bellicoso corno,
Del corno di Fingallo, e piomban forti,
Grossi, mugghianti, qual riflusso oscuro
Del sonante oceàn, quando ritorna
Dal regno della neve: alla lor testa
305Scorgesi il re superbo; ha tetro aspetto
D’ira avvampante, occhi rotanti in fiamma.
Lo rimirò Fingallo, e rammentossi 9
D’Aganadeca sua: perchè Svarano
Con giovenili lagrime avea pianto 10
310La gentil suora dal bel sen di neve.
Mandò Ullino dai canti, e alla sua festa
Cortesemente l’invitò; che dolce
Del nobile Fingàl ricorse all’alma