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canto quinto. 85

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115Onde mesta il ricovri, e lagrimando
Lo mostri al figlio, ed a pugnar l’infiammi.
— Giovine sventurato, a che con questi 5
Funesti detti a lagrimar m’invogli?
Disse Fingallo: è ver pur troppo! il prode
120Deve un giorno cader, debbono i figli
Vederne l’armi inutili e sospese.
Pur ti conforta: io t’alzerò la tomba [n 1],
Orla, non dubitarne: e la tua sposa
Avrà il tuo ferro, e ’l bagnerà di pianto.
  125Presero essi a pugnar, ma il braccio d’Orla
Fiacco fu contro il re [n 2]: scese la spada
Del gran Fingallo, e in due parti lo scudo
Cadde quegli rovescio; sopra l’onda
L’arme riverberàr, come talvolta
130Sopra notturno rio riflessa luna.
  — Re di Morven, diss’ei, solleva il brando,
Passami il petto: qui ferito e stanco
Dalla battaglia i fuggitivi amici
M’abbandonaro: giungerà ben tosto
135Lungo le sponde dell’acquosa Loda
All’amor mio la lagrimosa istoria,
Mentre romita e muta erra nel bosco,
E tra le foglie il venticel susurra.
  — Orla, ch’io ti ferisca? ah non fia vero,
140Disse Fingàl: lascia, guerrier, che in riva
Del patrio Loda, dalle man di guerra
Sfuggito e salvo, con piacer t’incontri
L’affannoso amor tuo; lascia che ’l padre
Canuto, e forse per l’età già cieco,
145Senta da lungi il calpestìo gradito
De’ piedi tuoi: lascia che lieto ei sorga,
E brancolando con la man ricerchi
Il figlio suo. — Nol rinverrà giammai:
Io vo’ morir sul Lena; estranii vati
150Canteranno il mio nome: un’ampia fascia
Copremi in petto una mortal ferita;
Ecco io la squarcio, e la disperdo al vento.
  Sgorgò dal fianco il nero sangue; ei manca,
Ei more; e sopra lui pietosamente
155Fingal si curva; indi i suoi duci appella.
— Oscar, Fillan, miei figli: alzisi tosto
La tomba ad Orla: ei poserà sul Lena,

  1. S’intende: s’egli è pur destin che tu muoja. Fingal era ben lungi dal pensiero d’ucciderlo.
  2. Orla, come si vede più sotto, era già ferito gravemente, e sembra che non abbia provocato Fingal se non affine d’aver la gloria di morir per mano di quell’eroe.
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