< Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. III, 1920 – BEIC 1824364.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
154 vii - viaggio sentimentale di yorick

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Foscolo, Ugo – Prose, Vol. III, 1920 – BEIC 1824364.djvu{{padleft:160|3|0]] biastemevolmente suonar piú su quel ponte che in qualsivoglia altra apertura della città [1]; e[2] non senza giusto dolore, o buoni e valenti maestri, perché[3] il vento ti coglie senza dirti: — Gare donc! — e fischia cosí all’impensata che, se, tra que’ tanti che traversano a capo nudo[4] quel ponte, sessanta soli si tenessero in testa il cappello, arrischierebbero tutti, nessuno eccettuato[5], lire due e mezza, prezzo maggiore d’esso cappello.

Laonde[6] quel meschinello di notaro, venendo[7] rasente alla sentinella, alzava[8] per istinto la mazza a calcarsi il cappello sopra la nuca; ma, in quella, la punta della mazza, intrigandosi nel gancio del cappello della sentinella, gli fece sorvolare pur le[9] punte della ferriata del ponte e lo mandò nella Senna[10].

— È pessimo il vento che non fa bene a veruno — disse un navicellaio[11], che si raccoglieva il cappello. La sentinella (ed[12] era un gascon) si arricciò senz’altro i baffi[13] ed appostò[14] l’archibugio. Agli archibugi di allora bisognava la miccia a dar fuoco. Or una vecchierella, a cui s’era spento a capo del ponte il suo lanternino, aveva dal dolore accattata la miccia[15] a raccenderlo; ed il sangue del soldato ebbe agio a freddarsi[16] ed a ritorcere il caso in suo pro. — Pessimo è il vento — disse il soldato, acchiappando il cappello al [17] notaio e legittimando col dettato[18] del navicellaio[19] il bottino.

Il gramo[20] notaio trapassa il ponte e tira innanzi verso la rue Dauphine nel faubourg Saint-Germain, caminando e dolendosi come segue: — Oimè! oimè dolente![21] — diceva il notaio — oimè tristo[22]! oimè nato per essere ludibrio finché vivrò delle procelle[23]; per sentirmi[24] tempestato dalla grandine delle male

  1. Il peccato peggiore, che i maestri teologie i dottori della Sorbonne possono apporgli, si è che, appena soffia iti Parigi o attorno tanto vento da empierne un solo berretto, i «sacredieu!» risuonano piú biastemevolmente su quel ponte che su tutte le altre aperture della città (e precedentemente: s’ode piú blastemevolmente il «sacredieu!»)
  2. e ciò
  3. però [che]
  4. che di nessuno fra que’ pochi che passano il ponte a capo scoperto ( corr. fra que’ tanti che passano in zucca quel ponte)
  5. tutti quanti, niuno escluso
  6. Onde
  7. passando e poi trapassando
  8. alzò
  9. volando sopra dette
  10. e cadere nel fiume.
  11. barcaiuolo
  12. ch’
  13. si arricciò i baffi subitamente — si a. i b. prestamente — si a., detto fatto, i suoi b. — si a. in un batter d’occhio i b.
  14. impostò
  15. Ma in quel momento, spenta la lanterna di una vecchierella a capo del ponte, s’era fatta prestar la m.
  16. infredarsi
  17. del
  18. coll’adagio
  19. barcaiuolo
  20. disgraziato
  21. sciagurato
  22. misero — tristo
  23. per ludibrio delle procelle finché vivrò
  24. per sentirmi agg nell’int.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.