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Fascio Secondo. 187

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[1]Questi à i Roman quasi novel Staffiero,
  Ordinò che le mance, e ne fè bando,
  Gli portasser de l’Anno il dì primiero.
S’è convertito poi l’uso in comando;
  Però vediamo i Natalitij argenti
  Ne le nuove Calende andar calando
Mà se i grandi passati, havean presenti,
  Hoggi turba servil ne fà rapine,
  Sì nel mar Cortegian girano i Venti.
Come le Nevi che sù cime alpine
  Da nube di Gennar scarica l’Anno,
  Sù le basse Valee scorrono al fine.
Così l’alte venture hoggi si danno,
  Eminente Padron pria le possiede,
  Poi sù feccia di merti à posar vanno.
Una volta un Signor à un Pazzo diede
  Certa untione odorifera da testa;
  E ’l pazzo humor tosto se n’unse il piede.
Perche, dicea, se ne i capelli hò questa
  Untion, l’odor và in sù: se à basso m’unto
  S’erge al naso il Profumo: e al piè mi resta.
Così dirò di queste mance appunto,
  Son fatte al capo, è ver, ma il fiato loro
  Sul naso dà perche pedestri han l’unto
Ecco un’altra Pazzia, c’hoggi è Decoro
  Chi fà il mestier de la Segretaria
  Dà buone Feste altrui col suo lavoro.
Dona quel, che non hà per cortesia,
  Fà cortesia, per esser importuno,
  E pronostica altrui, per dir bugia.



  1. Suet.
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