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Fascio Secondo. 189

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[1]Furono già sotto gl’Ausonij Cieli
  Trecent’anni le Barbe, e finalmente
  Venne Sicilia a muover guerra a peli.
Per guadagnar denari, acciar radente
  La Sicilia portò; che tanto è dire,
  Buscar denar, come spelar la gente.
Benche, con barba il Becco hoggi si mire,
  Non mi dite, che possan gli ammogliati,
  Se gran barba han sul mento, honor mentire.
Perch’io dirò, che senza barba nati
  Son anco i Becchi, anzi i bambin Caproni
  Nascon prima cornuti, e poi barbati.
Dite pur ch’è pazzia farsi Garzoni
  Non d’età, ma di peli, e doppio danno
  Pagar Barbieri, e far di Lana i doni.
Vivon meglio le Pecore, ch’ogn’anno
  Solo in Calende tepide son tose;
  E per premio al Barbier la lana danno
Si potrebbon portar barbe pelose;
  Mà da’ Censor si chiameriano oscene,
  Già che frà i pel son le Vergogne ascose.
Solim Imperator dicea. Fò bene
  A portar fra i Ministri il mento raso,
  Perch’altri per la barba non mi mene
E pur hoggi fra noi vivono a caso
  Sì polite politiche, che ancora
  Chi non ha barba, menasi pel naso.
Una certa Pazzia Nasi innamora,
  Che nome hà di tabacco, e a mio giuditio
  Già da l’urna dei mal trasse Pandora.


  1. Plin.
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