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20 Delle Frascherie

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Frascherie.djvu{{padleft:20|3|0]]soffrano con lieta toleranza le meste trafitture del Cielo. La patienza è un Nume tutelare de’ miseri, un Custode della nostra conditione. Diceva un faceto ingegno,

Ho sempre intesa dir questa sentenza,
  Borsa de’ Letterati è la Penuria,
  Moneta de la borsa è la Patienza.

Quì sogghignarono in vicendevoli risposte gl’Amici, e Stamperme vedendoli alla letitia, & all’attentione avviati, così proseguì.

È vero, che la secura hilarità d’un fiorito secolo, come quello d’Augusto era, nudrisce gli ardori delle emulationi, e’ pruriti della Gloria.[1] Certamen virtutis, & ambitio gloriae felicium hominum affectus, disse Tacito. Come in contrario i moti fatali de’ Regni scuotono ogni valorosa costanza de gl’ingegni humani; il che avvenne ne’ tempi della espeditione di Xerse contro la Grecia, ma che vogliamo far noi de’ talenti nostri, ò Amici, mentre così girano i Cieli? Aspettiamo che ’l Satirico ci sgridi, che[2] ne paratas quidem artes audemus cognoscere? Quell’ammassare in sè stesso senza uso le dottrine de libri, è un vitio tanto peggiore dell’Avaritia, quanto che un dotto Capo in morte non benefica i posteri come un Erario colmo. Sia dunque il mio Albergo in avvenire un erudita Palestra delle vostre


  1. Corn. Tacit.
  2. Petr. Arb.
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