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44 Delle Frascherie

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Frascherie.djvu{{padleft:44|3|0]]le facultà di Natura. Mà ponderiamo i pianti dell’Età virile. Altro non son questi, che vergogna de gli spiriti humani, i quali restringendosi dentro per non farsi vedere infelici in qualche avvenuto male, mandan fuori l’acqua, che sopra la membrana del cerebro si genera da’ vapori, che non ponno esalare dalla calvaria; onde in contrario argomentando, se gli spiriti per l’accennato conoscimento s’allegrano, e per rifarsi della passata contritione, si dilatano, e ridono, sarà gloria de i medesimi nel corpo nostro, doppo haver capite le stravaganze dell’Asia, il giudicarle inettie, e ‘l dilatarsi in risate.

Il vero riso del moderno secolo è il finto; e questo può anche apparir sul volto di persona, che nasconda lo sdegno, e che ami di far piangere altrui. Tale fù quello[1] d’Ulisse, appresso Homero, che voleva uccidere i Proci, ò quello di[2] Giove, appresso Hesiodo, ch’era irato con Prometeo.

È nudo invero quell’animo, che palesa in aperto le sue passioni, mà non si loda questo nel corrente secolo, che non distinguendo i corpi dall’animo, chiama vergognoso chi è nudo. Anibale, quando vidde farsi molesta Fortuna al suo Imperio anhelato, per isfogare i suoi cupi


  1. Hom.
  2. Hes.
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