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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gazzetta Musicale di Milano, 1842.djvu{{padleft:124|3|0]]atto della Juive "Pour lui, pour moi, mon père". Nell’adagio d'una moderna sinfonia, dopo avere ripetuto all’ottava bassa le frasi d’un oboe, come farebbe la voce d’un’adolescente messa in contrasto con quella d’una fanciulla, ne ripete i frammenti (alla fine del pezzo) con un sordo accompagnamento di quattro timballi, mentre tutto il resto dell’orchestra si tace[1]. I sentimenti di lontananza, d’oblio, di doloroso isolamento che si risvegliano nell’anima di certi uditori per questa melodia piena di abbandono, non avrebbero una quarta parte della loro forza se ella fosse cantata da altro stromento e non dal corno inglese. La mischianza de’ gravi suoni del corno inglese con quelli delle basse note de’ clarini, e delle tenute de’ corni, durante un tremolo de’ bassi, dà una nuova sonorità speciale, atta a colorire coi suoi minacciosi riflessi quelle idee musicali in cui dominano il sospetto e l’ansietà! Questo effetto non fu conosciuto nè da Gluck, nè da Mozart, nè da Weber, nè da Beethoven. Se n’ha un ottimo esempio nel duetto dell’atto quarto degli Ugonotti, ed io credo che il sig. Meyerbeer sia il primo che l'abbia fatto sentire in teatro.

(Sarà continuato).

VARIETÀ.

— In uno dei passati fogli di questa Gazzetta abbiamo affermato che mentre nella nostra Italia la Musica viene considerata tutt’al più come mera arte di passatempo o come professione di pronto e agevole lucro, in Inghilterra, in Francia e in Germania essa è avuta in molto maggior conto. Alcuni fatti recenti ci occorrono a sostegno di questa verità per quanto specialmente riguarda i due ultimi paesi or nominali. Accennammo già nello scorso nostro numero con quale spirito d’incoraggiamento il Comitato della Accademia delle Belle Arti di Parigi, chiamato ad aggiudicare i premi al concorso della grande composizione musicale, insistesse con maggioranza di voti, per volerli attribuire a tre principali concorrenti sebbene le composizioni di questi non fossero al tutto degne di tanto onore; ora vediamo la Giunta formatasi per l’erezione del monumento destinalo ad eternare la memoria di Cherubini, sollecita e zelante dell’assunto ufficio indirizzar lettere a tutte le società filarmoniche di Francia e di fuori per invitarle a concorrervi, e lieta di vedere coronate di felice esito le proprie cure. Ma il fatto più importante e più valevole a dimostrare la considerazione in che è tenuta in Germania l’arte musicale è certamente questo che tra gli otto o nove eccelsi artisti compresi fra coloro cui S. M. il Re di Prussia conferì ultimamente la novella decorazione del merito scientifico e artistico di fresco instiluita, quattro appartengono alla Musica, e sono Rossini, Meyerbeer, Mendelsshon-Bartoldy e Liszt.


CARTEGGIO.

Chiariss, sig. Estensore

Piacque al sig. T. rimandare l’accusa di errore a coloro che osservarono essere erronea l’asserzione che la sillaba si venisse trovata da Guido d’Arezzo, allegando l’autorità di Gafforio, di Laborde e di Villagre. Poiché io sono fra quelli che osservarono l’errore del sig. T., prego V. S. chiariss. d’inserire nella Gazzetta Musicale queste poche linee, che servano a chiarire da qual lato sia la verità.

Per assicurarsi che Guido non sia l’inventore della settima sillaba, basterebbe forse riflettere che egli ha vissuto nella prima metà del secolo XI, e che il si, quella sillaba che, distruggendo il sistema delle mutazioni, ha tolto tante difficoltà nello studio della musica, non fu in verun luogo praticato prima della metà del secolo XVII. Nulladimeno, se molti storici (vale a dire tutti quelli che vissero dopo l’invenzione della settima sillaba, salvo i tre sumenzionati) riferiscono ad un'epoca molto posteriore la di lei invenzione, perchè attenersi all’autorità dei pochi, schifando quella dei molti, e massimamente che Gafforio, benché antico, ha scritto non meno che cinque secoli dopo Guido? Ma v’è di più. Gafforio, nelle sue opere, non proferisce mai parola che abbia la benché menoma relazione con la pretesa invenzione di Guido; e Laborde, ben lontano dall’attribuirgliela, nel suo Essai sur la musique, tomo 2.° fasc. 22, dice queste parole: Il est bien singulier qu’un homme aussi habile que Gui, ne se soit pas avisé de nommer le septìème son,..... et qu'il ait préféré cette suie si compliquée des nuances, une operation aussi aisée que l’est celle d’un septième nom; e più abbasso: il nous semble qu’on s’acorde généralement à convenir que le si fut ainsi nommé par un Musicien du dernier siècle, nommé LE MAIRE. Quanto al Villagre, essendo scrittore affatto moderno, e unico ad attribuire l’invenzione del si a Guido, non crediamo ch’ei possa avere un’autorità competente.

E a proposito degli Schizzi storico-musicali, affinchè la Gazzetta Musicale non cammini in niuna parte a ritroso, io vorrei ancora pregare il sig. T. di accertarsi se il sistema di Guido constasse veramente di tre esacordi, o non forse di sette; se Guido abbia lasciato sussistere, od abbia abolito il discantus per quinte; se sia positivo che Palestrina sia stato scolare di Goudimel, o se questa non sia piuttosto una semplice opinione di qualche storico; se la Messa detta di Papa Marcello sia stata veramente composta d’ordine del Pontefice, oppure se questi non abbia permesso che fosse eseguita per istanza fattagli dal medesimo Palestrina; se in una parola, egli ha attinto da buone fonti i fatti dei quali tesse i suoi Schizzi.

E prego infine il medesimo sig. T. di non voler riguardare questi miei dubbi come nuove accuse ch’io gli muova, sibbene come stimoli all’attenta ricerca della verità.

Perdoni, sig. estensore chiarissimo, la libertà che mi prendo e mi creda quale sono di V. S.

Di Torino, alli 10 di Giugno 1842.

Devotissimo Servitore

LUIGI ROSSI.

NOTIZIE VARIE.

Genova. «La Felicità nuova cantata in due parti con poesia dell’illustre Cav. Romani e con musica espressamente composta dal chiariss. maestro Federico Ricci è un lavoro che credo sopravviverà all’occasione che lo fece nascere, e come tale merita che se ne faccia menzione anche in un foglio che ben poco si cura degli effimeri trionfi teatrali, dalle cento altrui trombe annunziati con incessante ribombo». Così ci scrive un nostro corrispondente ligure.

Vienna. II clamorosissimo esito ottenuto nella Sala del Ridotto dallo Stabat Mater di Rossini perfettamente nella sua integrità eseguito, sotto la direzione abile ed animata del maestro Donizetti, dalla Tadolini, Brambilla, Malvani e da Donzelli, Moriani, Castellan, Badiali, Varesi, Derivis, ecc. con numerosi cori ed orchestra aumentata, deve nuovamente servire a persuadere ognuno che per voler coscienziosamente giudicare, se non del merito intrinseco, almeno dell’effetto di una composizione del genio è indispensabile sentirla interpretata con espressione e precisione. I giornali viennesi compartono sempre nuove lodi alla nuova Opera di Donizetti. Siamo desiderosi di avere ad udirla quanto prima convenientemente eseguita sulle nostre maggiori scene onde ci sia data occasione di recare di essa il nostro personale giudizio, e di accertarci che i grandi encomii alla medesima compartiti furono ampiamente meritati.

Parigi. Un articolo del nuovo regolamento del Conservatorio stabilisce che per lo meno ogni mese nel corso dell’anno scolastico debbanvi essere degli esercizi lirici e drammatici. Il nuovo direttore Aubur non ha punto tardato a metter in pratica quello importante articolo. Domenica passata si eseguì il secondo Atto dell’Orazio di Corneille, la Prova di Marivaux ed i due primi atti del Barbiere di Siviglia di Rossini. L’orchestra, diretta da Alard, ed interamente composta da allievi eseguì una Sinfonia di Hayd e quella del Barbiere con un brio del tutto giovanile. Nell’Opera specialmente si encomiarono Gassier che disimpegnava la parte di Figaro e madamigella Rouvroy, incaricata di quella di Rosina: i cori ed i pezzi d’assieme sono stati eseguiti con molta precisione. Non avvi dubbio che questi esercizi non abbiano grandemente a contribuire sui progressi degli allievi.

— Si eseguì recentemente in un concerto della Sala Vivienne una sinfonia a grande orchestra composta da madamigella Leopoldina Blahetka in cui notasi una introduzione di uno stile largo e severo ed un a solo di clarinetto di squisita soavità. La Blahetka viene annoverata fra le più celebri pianiste della scuola moderna, e le molte sue opere per pianoforte sono in generale assai apprezzate in Germania. Essa vive ritirata a Boulogne-sur-Mer, ove coltiva la sua arte con quell’amore e con quella modestia che caratterizzano il vero artista.

- La celebre Madamigella Mars venne nominata ispettrice nelle scuole di declamazione nel Reale Conservatorio di Parigi. «Questa nomina, al dire della France Musicale, destò molto malcontento, per la semplice ragione che assorbendo una parte dei fondi dello stabilimento rende sempre più improbabile l’elezione a istitutori del Conservatorio stesso, di Emanuele Garcia e di Duprez.

— La Gazzetta e Rivista Musicale di Parigi promette di pubblicare quanto prima un piccolo romanzo musicale del cav. Giulio Lecomte che ora trovasi in Venezia. Il titolo di questa nuova produzione dello spiritoso romanziere è: Le Joueur de viole et le Pigeon de la place Saint-Marc.

Londra. Gli inglesi hanno giudicato l'Elena da Feltre di Mercadante in un modo non troppo favorevole all’egregio autore; si stampò: on trouve cette musique criarde trop chargèe d’harmonie et pouvre de melodie. - Thalberg anche in questa stagione è il lione musicale più in voga.

Pietroburgo. II gran pianista Liszt ottiene in questa capitale un grande successo. Egli or ora fece pubblicare un Capriccio sulla Sonnambula ed il celebre Settimino di Beethoven da lui trascritto per pianoforte solo. Queste due opere trovansi a Parigi presso Bernardo Latte.

Mosca. Camillo Sivori concittadino ed allievo di Paganini ne’ vari concerti da lui dati ottenne grandi encomii e non minor lucro. Questo giovine violinista italiano, che può gareggiare con molti concertisti della scuola francese ora celebrati in Europa e che qui si fecero applaudire, non è meno d’ammirarsi per la sicurezza, agilità, forza nel superare le più astruse difficoltà dell’arte, che per alcune sue composizioni assai brillanti; il suo concerto coll’originale cadenza è un pezzo de’ più notevoli. Grassi che per molti anni con tanta lode diresse l’orchestra di questo teatro e Sivori evidentemente provano che l’Italia anche in fatto d’istrumentisti occupa un rango distinto.

— Le solennità musicali destinate a soccorso degli incendiati di Amburgo continuano in Germania; ed è un vero conforto il vedere l’Arte Musicale giù sì nobile per sé stessa, fatta splendida ministra dello spirito filantropico che tanto onora il nostro secolo. A Magonza il giorno del Corpus Domini, le bande dei divetsi reggimenti prussiani si unirono a cinquanta coristi e diedero una Grande Accademia nei pubblici Giardini della Città. Quel giorno stesso la compagnia di canto dell’Opera di Francoforte recossi essa pure a Magonza nel proposito di darvi una rappresentazione medesimamente a benefizio degli sventurati Amburghesi. Ciò fu già annunziato nel nostro antecedente foglio. «Le rappresentazioni, concerti e solennità musicali a profitto degli incendiati di Amburgo (così la Gazzetta Musicale di Parigi) continuano in tutta la Germania con un fervore di patriottismo e di filantropia che non si potrà mai lodare abbastanza. A Monaco si rappresentò Caterina Cornaro, Opera di Halevy. A Berlino si eseguì la Creazione di Haydn ove cantò la Schroeder-Devrient. A Colonia si darà quanto prima, od è forse già data, una rappresentazione degli Ugonotti, Opera nuova per quella Città. Il ricavo di queste diverse pie beneficiate fu considerevole. Liszt che non lascia mai sfuggire alcuna occasione per mostrarsi generoso e filantropo, diede un concerto a benefizio degli incendiati di Amburgo, che produsse circa quaranta mille rubli.

— II prodotto delle sottoscrizioni individuali pel monumento da erigersi alla memoria di Cherubini, nella sola Parigi dal 29 Aprile al 3 Giugno ammontò a franchi 2433. Auber l’autore della Muta di Portici si sottoscrisse per 200 franchi.

— L'undecima Grande festa Musicale annua delle Società Filarmoniche (Liedertafeln) del nord della Germania avrà luogo a Minden nella Prussia renana il 18, 19, 20 Giugno. Gli esecutori saranno dai seicento ai settecento. Fato il programma di questo Festival. Parte stromcntalc l.° Sinfonia in re maggiore di Mozart; 2.° Sinfonia pastorale di Beethoven; 3.° Sinfonia dei Francs-Juges di Berlioz; 4 ° Sinfonia di Ries. Parte vocale. 1.° Messa in re minore di Cherubini; 2.° Inno di Mendelssonh-Bartholdy; 3.° Inni religiosi di Plopstok, posti in musica da Meyebeer. 4.° Il Giudizio Universale, Oratorio di Schneider. —

— Sono si rade le occasioni che ci si offrono di accennare con lode delle nuove composizioni musicali non appartenenti al solito genere fragoroso-gridatorio-caballettistico-teatrale, che in verità la poca volta in cui siam chiamati a menzionarne qualchuna, proviamo una vera particolare compiacenza. Per tanto ci affrettiamo a dire che molto fu encomiata la nuova Messa scritta appositamente dal Maestro Chiocchi per la Chiesa detta della Fava, in Venezia, nella ricorrenza della festa di San Filippo Neri, il 27 Maggio scorso. Ricordando questa solennità Musicale, la Gazzetta Veneta così si esprime: «La Musica del Chiocchi fu tutta sacra, quindi grave ed insieme festevole; e lunge dal cattivo costume di profanare l’orecchio dell’ascoltatore divoto, sollevava l’anima rapita dalle sante armonie alle preghiere ed ai voti, e benché non adulterata e senza reminiscenze teatrali pure sortì splendido effetto collo stile moderno».


GIOVANNI RICORDI

EDITORE-PROPRIETARIO.

  1. (1) Il sig. Berlioz accenna quid una delle sue sinfonie fantastiche.

Dall'I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato

di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVANNI RICORDI.

Contrada digli Omenoni N. 1720.

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